Erano diverse e ben studiate le modalità tramite il quale la droga, da tutta l’Europa, arrivava in Sardegna (QUI LA NOTIZIA). Una delle più semplici, e forse per questo funzionante, era quella elaborata per la spedizione dell’hashish, direttamente dalla Spagna.

Lo stupefacente faceva ingresso nell’Isola attraverso pacchi postali ordinari, che venivano di fatto trasportati da corrieri inconsapevoli. I mittenti indicavano destinatari inesistenti, immaginari cittadini pakistani: a questi ultimi erano state in precedenza intestate reali utenze cellulari, che venivano riportate sui pacchi. Il corriere, una volta arrivato sul posto concordato per la consegna, chiamava il numero indicato, venendo raggiunto dal reale destinatario che ritirava l’hashish.

È proprio sull’inconsapevolezza dei tramiti che spesso agiva il gruppo, basti pensare ai diversi negozi che offrono un servizio di fermo posta o deposito a pagamento utilizzati. In uno di questi, nel 2019, era avvenuto addirittura un sequestro da 86 chili di hashish

Solo alcune delle strategie utilizzate. Tra le altre, spiccano i trecentomila euro nascosti nella ruota di scorta di un’auto sino ad arrivare a un viaggio attraverso la Sardegna, dal sud al nord dell’Isola, con un chilo di droga nascosto nel trasportino del gatto

(Unioneonline/L.Ne.)

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