Allerta gialla non significa che pioverà poco. O che non c’è il rischio di danni. Dopo anni di bollettini “colorati” della Protezione civile c’è ancora tanta confusione sul significato degli avvisi emessi in vista di perturbazioni che si abbattono sulla Sardegna. Ormai è passato il messaggio: giallo? Vabbé, poca roba. Rosso: pericolo. Ma non è così. O non è del tutto così. 

A spiegare come funziona il sistema dell’allerta nell’Isola è Daniela Pani, del servizio previsione e rischi della Protezione civile sarda, intervistata da Simona De Francisci alla Strambata, su Radiolina. 

«Codice giallo significa allerta», esordisce, «noi riceviamo le  informazioni che quotidianamente riceviamo dai meteorologi, le raccogliamo e non facciamo le previsioni del tempo: le  proiettiamo sul territorio della Sardegna per capire quali sono gli effetti che possono essere generati dalle condizioni meteo  attese e le esprimiamo attraverso un codice colore: verde, giallo arancione e rosso». 

Il quadro territoriale è costantemente monitorato «grazie a tanti “occhi accesi”», prosegue Pani,  «che sono i sensori che misurano la pioggia, i livelli dei fiumi, le temperature e l’umidità dei suoli, importantissime. E sulla base dei dati ricevuti io posso sapere cosa potrebbe succedere in una determinata zona. E noi delineiamo scenari per tutto il territorio isolano».  

Ma cosa significa allerta gialla? Con questo scenario di rischio si «possono verificarsi erosioni, frane, colate rapide, ruscellamenti, innalzamenti dei livelli di corsi d’acqua anche piccoli, scorrimento superficiale delle acque, caduta di massi, allagamenti». E il giallo temporale «può comportare precipitazioni intense. E può essere caratterizzato da una elevata incertezza previsionale: può essere accompagnato da grandinate raffiche e vento». 

Per capire: per il nubifragio della  notte tra sabato e domenica l’allerta era gialla per tutta la Sardegna tranne che per la Gallura. 

(Unioneonline)

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