In Sardegna crescono i casi di lingua blu, con focolai raddoppiati e i numeri in costante aggiornamento. Con il bilancio dei danni però aumenta anche la preoccupazione degli allevatori. Per il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu «è vero che non bisogna fare allarmismo ma non si può non essere preoccupati».

«Come organizzazione – continua –  abbiamo chiesto di darci immediatamente i repellenti, in modo che siamo noi allevatori a intervenire direttamente sulla proliferazione dell'insetto vettore. Questo ci garantirebbe di coprire un periodo dell'anno delicato, quando le pecore stanno partorendo. Non ci voleva in un momento di incrementi in termini di prezzo per le carni e per il latte. Confidiamo sull'abbassamento delle temperature previsto nei prossimi giorni».

Ma la blue tongue, specie nell’Isola, non è una novità e chi lavora nel settore dell’allevamento ci convive da anni. I vaccini, oltretutto, sono già disponibili. Anche quelli per il sierotipo 8, che ha fatto per la prima volta la comparsa in Sardegna quest'anno, ma le dosi devono essere ancora reperite. «In questa situazione non solo siamo preoccupati per il comparto ovino, che subisce danni diretti, ma anche per le conseguenze nel comparto bovino - aggiunge Cualbu - i blocchi creano motivi di speculazioni sul commercio delle carni, e occorre uscire da questioni burocratiche che generano costi in più». È dei giorni scorsi l’incontro con l'assessore della Sanità Carlo Doria «ma per il prossimo abbiamo chiesto che ci sia anche l'assessora dell'Agricoltura per pianificare e reperire le risorse per ristorare i danni diretti e indiretti», conclude il presidente.

(Unioneonline/v.f.)

© Riproduzione riservata