Dalla maleducazione al vandalismo al crimine: sulle spiagge il confine è labile. Dal "caso" della turista che ha fatto sgocciolare la scatoletta di tonno in acqua, alle bottiglie disseminate sull'arenile al termine di una festa alcolica, al furto reiterato di sabbia e conchiglie.

"C'è molta inciviltà e molta ignoranza, in certi periodi - a Ferragosto ad esempio - si scatenano i peggiori istinti. E noi non possiamo essere dappertutto", dice il comandante del Corpo forestale, Gavino Diana.

LA LOTTA - Si impegnano ranger e vigili, ci provano i cittadini educati, si sgolano le associazioni ambientaliste, ci lavorano le strutture ricettive, ma è una battaglia persa in partenza.

Ogni anno è assalto al mare: sarà capitato anche a voi di vedere angoli di paradiso violentati alla fine di una giornata bestiale. Legambiente - evidenzia la presidente sarda Annalisa Columbu - quest'anno a inizio stagione ha recuperato sui litorali italiani una media di 670 rifiuti ogni cento metri lineari di battigia.

"È un'emergenza ovunque. Molto arriva dal mare, l'immondizia si sposta con le correnti, da noi la costa occidentale è la più esposta. Poi, c'è il comportamento in loco delle persone e il modo in cui si gestisce la raccolta. Per dire, se ci sono i cassonetti e vengono lasciati aperti, il vento fa disastri".

LO SCEMPIO - Il materiale che si trova di più è la plastica, seguono il vetro e la ceramica, il metallo, la carta e il cartone.

Gli oggetti che popolano maggiormente le nostre spiagge sono: tappi e coperchi, mozziconi di sigarette, accendini, bottiglie e contenitori, cotton fioc, stoviglie usa e getta, polistirolo, buste e sacchetti.

"Ci sono amministrazioni che scelgono di non mettere cestini in spiaggia", prosegue Columbu, "spesso sono insufficienti, e capita che poi intorno si crei una vera e propria discarica, perché la gente pensa di essere autorizzata a lasciare i rifiuti lì accanto quando il contenitore è colmo. Ovviamente non è così, la spazzatura bisogna portarsela a casa e smaltirla nel modo corretto. Ma ciò che manca è l'educazione".

Prosegue la presidente di Legambiente: "Cosa fa la Regione? Bé, attenzione ce n'è, ma potrebbe avere un ruolo molto più attivo, contiamo comunque che con il riavvio dei Centri di educazione ambientale ci sarà un maggiore impegno sulle campagne di sensibilizzazione. Inoltre, anche i Comuni devono sforzarsi, sistemare e tenere visibile la cartellonistica".

IL DETERRENTE - Il comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale spiega: "Dove ci sono i cartelli, la gente ha qualche remora a sporcare, ma ovviamente le avvertenze e le regole scritte non bastano a far desistere i malintenzionati. Spesso i cittadini ci chiamano, segnalano l'atto vandalico, chiedono il nostro aiuto, ma non sempre riusciamo ad arrivare in tempo, inoltre il nostro personale in estate è impegnato nella lotta agli incendi. Ogni tanto facciamo dei pattugliamenti preventivi, oppure sistemiamo telecamere in punti critici. Serve? Una divisa fa da deterrente, ma abbiamo le armi spuntate".

Mario Delogu, comandante della polizia municipale di Cagliari, avverte: "Più del dato sulle sanzioni, è importante far vedere che noi ci siamo. Certo, dobbiamo fare i conti con il fatto che siamo in pochi, ma il Poetto e il lungomare sono presidiati, con una pattuglia nautica, che ormeggia a Marina Piccola e poi percorre la spiaggia in lungo e in largo, e poi con il personale di terra. I problemi sono tanti: ci sono quelli che buttano cicche e rifiuti, quelli che pensano che le piste ciclabili siano piste da corsa, quelli che parcheggiano ovunque, quelli che non rispettano le corsie per i mezzi e la balneazione, quelli che vendono merce senza autorizzazione".

LA TASK FORCE DEI CONTROLLORI - Due settimane fa all'aeroporto di Alghero, al controllo bagagli hanno bloccato una donna con cinque sacchi di sabbia: "Mi serve per fare le bomboniere per il matrimonio di mia figlia", si è giustificata, quando gliel'hanno requisita.

"Trolley pieni di conchiglie, chili e chili di sabbia, nacchere di mare, piante e foglie: sequestriamo di tutto e in quantità enormi", spiega uno dei fondatori di "Sardegna rubata e depredata", task force di lavoratori dei tre scali sardi che vigila su queste rapine, spiega che si tratta di un reato oltre che di un danno all'ambiente, trattiene la roba, e la riporta nel luogo d'origine.

"L'anno scorso ogni tanto c'erano agenti della Forestale negli scali a mettere le multe, quest'anno ancora non si è visto nessuno. Noi non possiamo fare altro che sensibilizzare la gente e allargare la rete dei 'controllori'". E non è poco.

Cristina Cossu

LA TURISTA RIMPROVERATA A PORTO PINETO:

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