La scuola non slitta, il ritorno in classe resta fissato tra il 7 e il 10 gennaio. Il governo ha respinto la richiesta del governatore campano De Luca, che aveva parlato di 20-30 giorni di stop per un rientro in sicurezza a febbraio.

In Sardegna è aperto il dibattito: tornare il 10 o il 7, come da calendario? E test a campione o di massa prima del ritorno tra i banchi?

L’assessore regionale all’Istruzione Andrea Biancareddu, intervenendo sulle proposte lanciate dal coordinamento dei consigli d’istituto e dal sindaco di Cagliari, apre alla possibilità di ricominciare il 10, ma con uno screening “a campione” e non di massa come richiesto da Paolo Truzzu e dal coordinamento dei consigli d’istituto dell’Isola, vista la carenza di tamponi.

"Non vedo la necessità di far rientrare gli studenti a scuola il 7, potrebbero benissimo ricominciare il 10 ma solo se questi due giorni servissero a garantire un ritorno in sicurezza magari attraverso una campagna di screening a campione, altrimenti sarebbe solo un giorno di vacanza in più”, dichiara l’esponente della Giunta Solinas.

Si dice favorevole a ritorno in classe perché “la didattica a distanza può essere discriminatoria”, Biancareddu, ma precisa: “E’ più realistica una campagna a campione perché ultimamente si registra una carenza di tamponi”.

La forte risalita dei contagi a livello nazionale e regionale induce tuttavia ad alcune riflessioni: “Potrei arrivare ad ipotizzare una limitazione dei servizi mensa. Ma in nessun modo possiamo pensare alla chiusura, prima di altri luoghi, della scuola, che non è il luogo dove avviene la maggior parte dei contagi”.

Piuttosto, conclude l’assessore, “si continui nell’operazione di portare i non vaccinati a non avere alternative al vaccino”.

(Unioneonline/L)

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