Lady Mercurio si confessa:"Mai tentato di uccidere mio marito"
''Sono innamorata di mio marito, non sono stata io a tentare di avvelenarlo col mercurio''. In una pausa del processo al Tribunale di Cagliari parla per la prima volta Maria Loddo, accusata di aver cercato di uccidere l'anziano marito ricoverato all'ospedale BinaghiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Non sono stata io a cercare di uccidere mio marito col mercurio, sono tuttora innamorata di lui. E non ho mai fatto massaggi hard»: Lady Mercurio parla per la prima volta e si difende.
La schiena dritta, le mani intrecciate sulle ginocchia, lo sguardo vigile. I movimenti sono lenti, quasi aristocratici. Non ha nulla della mangia uomini descritta dagli atti giudiziari, anzi. Maria Loddo è una signora di mezza età che non rinuncia a un filo di trucco azzurro sulle palpebre, raccoglie in uno chignon i lunghi capelli ruggine, sottolinea la figura minuta con un semplice completo pantalone nero e un paio di scarpe chiare col tacco basso. Sulla dura panca di legno aspetta senza mai accavallare le gambe che il Tribunale affidi a Giampaolo Pintor la perizia psichiatrica. Due poliziotti penitenziari non la perdono d'occhio neanche per un istante ma le risparmiano le manette quando deve attraversare gli affollatissimi corridoi del Palazzo di giustizia di Cagliari sotto lo sguardo curioso dei tanti che riconoscono Lady Mercurio.
Ha scelto il rito abbreviato dopo che l'avvocato Marco Lisu ha ottenuto la perizia sulla sua capacità di intendere a volere nel momento in cui avrebbe cercato di liberarsi col mercurio dell'anziano marito Silvio Manca, ricoverato all'ospedale Binaghi, il 22 maggio 2008. L'aula della prima sezione è semivuota, ci sono i giudici, il pubblico ministero Rossana Allieri, il difensore dell'imputata e l'avvocato Annarita Frau, parte civile per il marito che, evidentemente, crede alla colpevolezza della moglie. L'udienza scivola via in pochi minuti ma prima di tornare a Buoncammino, dov'è rinchiusa dal 17 giugno dello scorso anno, Lady Mercurio risponde con tono pacato, eloquio fluente, nessun accento a tutte le domande: «Mi chieda quello che vuole».
È stata lei a inserire il mercurio nella flebo di suo marito?
«No, assolutamente, anzi, io ho sempre prestato soccorso a mio marito. E invece questa signora si è permessa di andare in ospedale da lui dicendo che voleva dargli da mangiare».
Parla di Nunzia, la moglie di Duilio Fadda, l'uomo indicato come il suo amante?
«Loro, sì. Si sono messi in mezzo, sono andati dai carabinieri per giustificare il loro comportamento. Come mai io sono indagata e loro sono testimoni»?
Ma lei in ospedale aveva una siringa e una bottiglietta verde...
«Per dare il latte e il succo di frutta a mio marito».
Secondo l'esperto conteneva invece potenti sedativi.
«No, quella è l'altra, l'hanno trovata a casa, l'aveva preparata mio marito per gli insetti».
Lei era innamorata di suo marito?
«Lo sono tuttora e mi fa soffrire che non venga a trovarmi».
Lei aveva una doppia vita, faceva i massaggi hard a Quartu.
«No, io non sono una massaggiatrice hard. Ma poi, se anche lo avessi fatto, avrei venduto il mio corpo, e questo poco importa agli altri».
Frequentava la casa di Sandrino Mascia, un anziano di Quartu sotto processo per sfruttamento della prostituzione.
«Ma io ho semplicemente pulito la casa di Mascia quando era disabitata, poco sapevo di quel che doveva fare lì dentro. Sono stata attaccata in tutti i modi e nessuno ha parlato della mia sofferenza: ho subìto un intervento chirurgico per un tumore al seno, me ne hanno diagnosticato un altro alla gola e ora è a rischio l'altra mammella».
È vero che ha chiesto gli arresti domiciliari proprio in casa di Mascia?
«Sì è vero, conosco anche la moglie e la figlia, ero in ottimi rapporti, di tutto il resto non sapevo niente».
È in una cella da sola?
«No, con un'altra compagna, sto bene, andiamo d'accordo».
Il suo unico figlio va a trovarla?
«No, vive lontano, è venuto a trovarmi a maggio».
E suo marito?
«Non ci siamo più visti ma ci siamo parlati per telefono».
E che le ha detto del tentativo di avvelenamento, del suo arresto?
«Non ne abbiamo parlato ma non credo che mio marito creda sia stata io. E a chi senza conoscermi mi ha già condannata vorrei dire di guardare la trave nei suoi occhi e non la pagliuzza in quella degli altri, capisce cosa voglio dire»?
Ha dunque fiducia che la vicenda si risolverà?
«Io cammino a testa alta e sì, ho fiducia nella giustizia. Vorrei però fosse fatta chiarezza anche su altre persone che invece di essere indagate sono testimoni».
Sempre Duilio e Nunzia?
«Sì, si sono infilati in questa storia, bisognerebbe capire il perché».
Secondo lei perché?
«Ci sono altri fini».
Quali?
«Non posso dire oltre. Ma perché le indagini su di loro sono partite cinque mesi dopo il mio arresto? Perché tutto questo tempo»?
È stata lei a spedire le lettere dal carcere contro Duilio e la moglie?
«Quelle firmate sì, sono stata io».
Perché?
«Avevano un loro senso, ora non ricordo che cosa ho scritto».
Ma qualcuno avrà inserito il mercurio nella flebo di suo marito.
«Io dico solo una cosa: ero in carcere dal 17 giugno, mio marito era stato dimesso e stava bene. Poi, alla fine di luglio, hanno trovato mercurio nella caviglia e lo hanno operato. Io tutto questo l'ho letto sul giornale. Mi chiedo: se lo hanno dimesso dal Binaghi in perfette condizioni - e questa è una cosa che mi rode non sa quanto - com'è stato possibile? O non lo hanno controllato bene prima delle dimissioni oppure c'è stato un secondo tentativo di avvelenamento. E io ero in carcere».
Qual è la cosa che più la fa soffrire?
«L'accusa di aver cercato di uccidere mio marito per vivere liberamente col mio presunto amante è infamante, mi fa morire, ma mi fa male anche il distacco dalla mia famiglia. Da quindici mesi sono in carcere, per sei volte hanno respinto la richiesta di arresti domiciliari. Vengo descritta come la peggiore dei criminali ma, se fossi stata così astuta, come avrei potuto commettere quel banale errore e farmi sorprendere con una siringa, che non ho mai visto, sul luogo del misfatto»?
MARIA FRANCESCA CHIAPPE