Trent’anni fa l’estate in Sardegna durava meno. Quest’anno ci siamo addormentati scivolando sempre più nell’umido delle “notti tropicali” che non sono caratterizzate solo dal forte calore ma dal fatto che le temperature restano immutate rispetto a quelle diurne. 
Il clima cambia e le nuove dimensioni del pianeta ci devono portare a trovare le soluzioni di adattamento per i cittadini e per le imprese.
 Il tema è stato affrontato a Cagliari in un convegno di Medsea, la Fondazione nata su iniziativa di un gruppo di ricercatrici e ricercatori decisi a tutelare la gestione delle risorse marine della Sardegna e del Mediterraneo.
Dal 1951 - l’anno in cui entrò in funzione la stazione dell’Aeronautica militare di Elmas – la temperatura media a Cagliari è aumentata a oggi di due gradi e mezzo. Le notti tropicali che negli anni Sessanta e Settanta erano in tutto una ventina sono diventate più di cinquanta

“Un tempo l’anticiclone delle Azzorre riusciva a mitigare il caldo estivo, ora quel fenomeno è relegato nell’Atlantico e noi siamo sempre più in balìa dell’anticiclone africano”, ha spiegato Matteo Tidili, meteorologo di Rai Meteo.
 Purtroppo le temperature alterano tutti i cicli, a cominciare da quello dell’acqua. A giudizio di Tidili le piogge sul Mediterraneo potrebbero calare in inverno del quaranta per cento, pessimo segnale perché l’acqua sulla terra va via da alcune parti ma si concentra su altre, sotto forma di autentiche bombe che provocano alluvioni; pioggia e siccità continueranno ad alternarsi perché aumenta la concentrazione di gas serra e di metano facendo sollevare il termometro. 
Alfredo Franchini

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