Era sotto indagine per corruzione, nell’ambito di un’inchiesta riguardante il tentativo di eludere gli obblighi sull’etichettatura e il consumo dei ricci di mare. Per questo motivo l’Assessorato dell’Agricoltura gli aveva revocato la licenza di pesca: ora però, il Tar ordina il dietrofront.

Secondo il Tribunale le indagini, senza alcun accertamento del reato commesso, non sono sufficienti per far scattare il provvedimento. In particolare, non è stata presa in considerazione nemmeno la tesi della Regione, secondo la quale la possibile violazione, riguardante il consumo umano e le risorse naturali, avrebbe potuto incidere sull’interesse prevalente della salute o dell’ambiente: da qui la revoca, per scongiurare i rischi in attesa di un accertamento definitivo.

Accertamento che invece sarebbe dovuto avvenire, a maggior ragione considerando che non era stata adottata nemmeno una richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del pescatore. Ecco quindi l’annullamento del provvedimento di revoca, oltre alla condanna per la Regione al pagamento delle spese di giudizio. 

(Unioneonline/L.Ne.)

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