Il Popolo di Saccargia di nuovo in piazza entro l’estate: «Magari a Barumini»
Una mobilitazione permanente, non escluse iniziative il 25 giugno, quando il Consiglio regionale inizierà a discutere la moratoriaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il dopo Saccargia è già iniziato. E i comitati sparsi nell’Isola presto si riuniranno per decidere come alzare il livello della protesta. La strada imboccata è la stessa di Pratobello: sabato lo ripeteva, con orgoglio tutto barbaricino, ai piedi della Basilica della Santissima Trinità, chi – come Francesca Succu, 85 anni, di Orgosolo –, davanti alla prepotenza dello Stato, proprio a Pratobello ha scritto la storia. «In seguito riuscimmo a cambiare le carte del parco del Gennargentu, facendo ritirare un progetto del tutto inviso alle popolazioni», ha raccontato Succu. «Impediremo anche l’assalto energetico».
L’incontro
Il coordinamento regionale dei comitati presto farà il punto della situazione e si riunirà per decidere nuove forme di protesta, anche se ormai la mobilitazione è permanente. È quasi certo che un’altra manifestazione possa essere organizzata entro la fine di settembre: «Magari in un altro luogo simbolico della Sardegna, ormai sotto tiro da parte delle multinazionali dell’energia», annuncia Luigi Pisci, portavoce dei Comitati contro l’eolico. «Penso, ad esempio, a Barumini o ad altre località in base all’accessibilità e alla collaborazione da parte delle amministrazioni locali».
La data cruciale
Ora, però, massimo livello di attenzione sul Consiglio regionale, che dovrà approvare la norma sulle moratorie. Nel calendario è cerchiata in rosso la data di martedì 25 giugno, quando l’assemblea presieduta da Piero Comandini inizierà la discussion.
La piattaforma
I comitati lamentano il fatto che restano in piedi tutte le oltre 800 richieste di connessione complessive tra fotovoltaico, eolico a terra e a mare per quasi 58 Gw di potenza complessiva. E sui progetti già autorizzati e quelli che lo saranno da qui alla pubblicazione delle linee guida non si potrà fare nulla, se non cercare un confronto con il Governo per analizzarli uno per uno. Inoltre, sul Tyrrhenian link, non c’è stata alcuna presa di posizione.