Dieci centesimi in più nel giro di un anno. E la corsa del prezzo della benzina non si è ancora fermata: "Nei prossimi giorni arriverà un nuovo rincaro", annuncia Salvatore Garau, presidente regionale della Figisc, costola di Confcommercio che raggruppa i distributori di carburante. In alcuni casi gli aumenti sfiorano il 10 per cento. Tutta colpa delle quotazioni del petrolio, che hanno ripreso a salire dopo anni di caduta libera. Un barile viene venduto a 55 dollari, contro i 27 dell’inverno 2015.

Da settembre a oggi, un centesimo dopo l’altro, un litro di benzina è arrivato a costare anche 1,80 euro - compreso il servizio - e il diesel 1,65 euro. I prezzi medi - secondo il sito Carburanti Italia - sono tra i più alti dello Stivale: per quanto riguarda il gasolio la Sardegna è tra le cinque regioni più care, insieme a Basilicata, Trentino, Friuli e Val D’Aosta. Se si mette il naso negli altri Paesi europei, il confronto sconfina nell’irrisione. Circa 1,20 euro per la benzina in Svizzera, 1,37 in Francia,1,20 in Slovenia,1,33 in Germania, tanto per fare gli esempi più vicini, senza spingersi fino allo 0,61 euro degli Usa o ai 0,5 della Russia.

In Italia circa 88 centesimi del prezzo al litro sono rappresentati dalle accise e dalle tasse. "Al momento la pressione fiscale è del 65 per cento sulla benzina e del 62 per cento sul gasolio. Il costo del carburante è superiore di 22 centesimi alla media europea. Fino a che non si deciderà di intervenire sulle accise, non cambierà nulla. Anzi. Lo scenario è destinato a cambiare ancora. Le previsioni a breve scadenza parlano di un nuovo aumento del greggio", spiega Garau, che gestisce un distributore a Sant’Antioco.

L’accisa più vecchia risale al 1935 e venne inserita per finanziare la Guerra d’Etiopia finita un anno più tardi. Il sovrapprezzo però è rimasto. Come rimane ancora traccia delle ricostruzioni dopo i vari terremoti (dal Belice all’Emilia Romagna), poi il rinnovo del contratto degli autoferrotramvieri del 2004. Ma l’aggiunta più corposa, (0,113 euro sul diesel) è del 2011, con il Decreto Salva Italia.
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