Le foreste sarde muoiono. Colpite dalla siccità, certo. Ma l'assenza di pioggia costituisce  “solo” un elemento che ha contribuito alla diffusione del male oscuro che sta dilagando soprattutto nei settori orientali, tra Sarrabus-Gerrei e Ogliastra, dove il panorama è marrone.  Qui è stato realizzato il video: la quercia ripresa è morta. Basta un leggero tocco e i rami si spezzano. 

Il problema, secondo quanto emerso,  non è solo la mancanza d'acqua, che dura da mesi – ben oltre le stagione secca - e non è stata attenuata da qualche sporadico temporale estivo.
Il dramma, è il caso di dirlo, è alla radice. Di alberi e piante. E non è nato oggi. Nel 2014 un gruppo di studiosi del Dipartimento di Agraria, Sezione di Patologia vegetale ed Entomologia dell’Università degli Studi di Sassari, del Dipartimento per l’Innovazione nei sistemi Biologici Agroalimentari e Forestali dell’Università degli Studi della Tuscia, a Viterbo, e il Dipartimento di Scienze Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Firenze, avevano redatto uno studio.

Si leggeva: «L’incremento delle temperature medie, conseguenza dei mutamenti climatici intervenuti in questi ultimi anni in ambiente mediterraneo, può aver favorito l’ampliamento progressivo dell’areale di distribuzione di Phytophthora cinnamomi. Pertanto, non meraviglia più di tanto aver riscontrato danni elevati a opera di tale agente in una lecceta nel parco naturale dell’Isola di Caprera, in siti caratterizzati da elevata mortalità di piante, e appare concreto il rischio di una sua ulteriore diffusione nelle estese sugherete della Sardegna». Era stato annunciato ed è successo: la  Phytopthhora cinnamomi è una muffa che colpisce l'apparato radicale.  Una sua infestazione può portare alla malattia, alla morte, nonché alla riduzione dell'habitat per gli animali. Un'epidemia può  infliggere danni irreversibili agli ecosistemi. Come sta succedendo in Sardegna.  

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Nello stesso studio erano stati  riportati passaggi che rasentano la premonizione: «In Sardegna in particolare, la presenza di Phytophthora non era stata mai accertata in querceti deperienti. Solo di recente, gli studi effettuati in seguito alla recrudescenza dei fenomeni di deperimento in alcune foreste sempreverdi di leccio e quercia da sughero hanno dimostrato il diretto coinvolgimento di Phytophthora cinnamomi e di numerose altre specie di Phytophthora. Ulteriori rinvenimenti dello stesso patogeno sono stati registrati in boschi deperenti di quercia da sughero della Sardegna settentrionale e del Lazio». 

Domani, con l’estate ormai agli sgoccioli e il danno sotto gli occhi di tutti, nella sede di Cagliari dell’assessorato regionale all’Ambiente si terrà la riunione del tavolo tecnico fitosanitario forestale regionale, «convocato per analizzare il fenomeno di disseccamento eccezionale delle leccete e sugherete», si legge in una nota, «e le eventuali azioni possibili da adottare per il suo contenimento».

(Unioneonlline/E.Fr.)

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