In carica dal 3  ottobre, revocato il 24 febbraio: «Roberto Raimondi costerà alle casse della Regione circa 300mila euro». La consigliera regionale del M5s Desirè Manca va all’attacco sulla nomina, poi ritirata, del direttore generale dell’ufficio dell’Autorità di gestione del Programma Eni CBC Bacino del Mediterraneo coinvolto in una delle inchieste per corruzione che vedono coinvolto anche il presidente Christian Solinas (QUI LA NOTIZIA).  

L’esponente dell’opposizione ha preso visione del decreto dell’assessorato agli Affari generali che attua la delibera di revoca dell’incarico sottoscritta dalla Giunta. 

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«Raimondi», accusa Manca, «aveva ottenuto un contratto a dir poco singolare e fino al 2027 riceverà la metà della retribuzione per il ruolo ricoperto». Secondo la Manca  «contrariamente a tutti gli altri direttori generali ai quali è stato fatto un contratto di tre anni,  il suo è di cinque anni, e va quindi ben oltre la durata della legislatura».

Secondo quanto riportato nel decreto di revoca del 25 febbraio scorso «agli esterni revocati viene garantito, a titolo di indennità, la metà della retribuzione contrattualmente spettantegli per il periodo intercorrente tra la revoca e l’ordinaria scadenza del contratto».

La pentastellata definisce «scellerata la scelta di Solinas, di nominare una persona di sua fiducia e di defenestrarla in tempi brevi. E a pagare il pesante stipendio di Raimondi, circa 5mila euro al mese per altri tre anni, saranno i contribuenti sardi. La norma regionale», calcola, «prevede che nel caso di direttori generali a questi spetti come indennizzo la corresponsione del 50 per cento della retribuzione annuale fino alla fine del contratto. Quindi fino al primo ottobre 2027 Raimondi guadagnerà oltre 60mila euro all'anno lordi». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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