12 novembre 2011 alle 18:46aggiornato il 12 novembre 2011 alle 18:46
I parenti di Rossella rompono il silenzioScelgono web per accelerare liberazione
I familiari di Rossella Urru, la cooperante di Samugheo prelevata tre settimane fa assieme a due colleghi spagnoli da un gruppo armato in un campo profughi del popolo Saharawi nell'Algeria meridionale, hanno scelto Internet per rompere un silenzio che dura ormai da tre settimaneI parenti hanno voluto ringraziare tutti quelli che in tanti modi hanno voluto testimoniare affetto e solidarietà, condividendo la speranza di una immediata liberazione. Da ieri è in rete il blog www.rossellaurru.it, voluto dai genitori Graziano e Marisa e dai fratelli Mauro e Fausto, proprio per raccogliere e condividere in uno spazio libero e aperto a tutti le tantissime testimonianze ricevute per la immediata liberazione di Rossella. Il sito raccoglie lettere di solidarietà, comunicati stampa, articoli di giornale, ma anche poesie, lettere di colleghi e amici di Rossella, ma anche di tanta gente che non la conosceva. C'è anche una ottava in lingua sarda scritta dal padre di Luca Sanna, il militare di Samugheo ucciso da un terrorista in Afghanistan lo scorso gennaio, che si appella a Dio perché metta in moto la sua forza, faccia ragionare "quella gente" e non permetta "un'altra condanna", perché basta e avanza "il lutto di Luca Sanna". A tre settimane dal sequestro, restano invece in silenzio i rapitori di Rossella. Per quanto se ne sa, non c'è stata alcuna rivendicazione e ai familiari non è giunta alcuna notizia attendibile sulla sorte di Rossella e dei suoi colleghi spagnoli e l'unica consolazione è che in questi casi, dove i tempi lunghi sono la normalità, la mancanza di notizie viene considerata comunque una buona notizia.
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