A meno di sette mesi dalla chiusura ufficiale del periodo di programmazione 2014–2022, si fa sempre più concreto il rischio che la Regione Sardegna debba restituire a Bruxelles una fetta significativa dei fondi europei destinati allo sviluppo rurale. La cifra è pesante: 168 milioni di euro ancora da spendere entro il 31 dicembre 2025.

A lanciare l’allarme è Confagricoltura Sardegna, che denuncia ritardi gestionali e l’assenza di bandi operativi sulle misure a sostegno degli investimenti.

«Le nostre preoccupazioni sono confermate dalle recenti audizioni in Consiglio regionale e dalle stime fornite da Assessorato e Argea – afferma il presidente regionale Stefano Taras –. I dati più ottimistici non bastano a garantire che la Regione riuscirà a centrare l’obiettivo di spesa ed evitare la perdita di risorse vitali per il comparto agricolo sardo».

Il nodo riguarda, in particolare, i fondi del Programma di Sviluppo Rurale (Psr) destinati a interventi strutturali nelle aziende: dall’ammodernamento tecnologico al ripristino del potenziale produttivo dopo calamità naturali, fino alle iniziative per lo sviluppo locale. Secondo Taras, l’impostazione attuale delle politiche regionali sacrifica gli investimenti in favore di misure di sostegno al reddito, come i premi per superficie e capo animale.

Confagricoltura denuncia dunque l’assenza di bandi operativi e la mancata attivazione delle graduatorie per le misure a investimento, già pronte ma ferme. Una paralisi che rischia di minare la competitività delle aziende sarde.

«A dicembre, con grande senso di responsabilità, abbiamo accettato il finanziamento di un’annualità delle misure 13 e 14, per un totale di 69 milioni – spiega Taras –. Ma avevamo chiesto, con forza, lo scorrimento delle graduatorie esistenti e la pubblicazione del bando per gli investimenti produttivi. Oggi, nulla di tutto questo è accaduto».

Il rischio, avverte l’associazione, è che l’agricoltura sarda si ritrovi ancora una volta con risorse spese in modo inefficiente e senza impatto reale sull’ammodernamento del settore.

«Se i fondi non verranno impiegati per la crescita delle imprese – sottolinea Taras – non solo li perderemo, ma dovremo trovare risorse nel bilancio regionale per mantenere gli impegni presi con le aziende».

Uno spiraglio positivo arriva dal recente Tavolo Verde, dove l’assessore all’Agricoltura Gianfranco Satta ha proposto una riforma strutturale delle agenzie agricole Laore e Argea, per migliorarne efficienza e operatività. Un passo ritenuto fondamentale da Confagricoltura per superare l’attuale impasse e rendere il sistema regionale più capace di rispondere alle esigenze del settore primario. «Serve però una vera discontinuità – conclude Taras –. Le aziende agricole sarde chiedono sostegno per investire, innovare, competere. Non possiamo sprecare questa opportunità. È tempo di agire».

(Unioneonline/Fr.Me.)

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