Strage di Tempio, ecco perché Angelo Frigeri ha commesso il triplice omicidio
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A distanza di due anni esatti dal triplice omicidio della famiglia Azzena (la sera del 17 maggio del 2014, vennero trovati i cadaveri del commerciante Giovanni Azzena, della moglie Giulia Zanzani e del figlio della coppia, il piccolo Pietro, 14 anni) il giudice dell'udienza preliminare di Tempio, Vincenzo Cristiano, ha depositato le motivazioni dell'ergastolo inflitto ad Angelo Frigeri, ritenuto l'unico responsabile della strage avvenuta all'interno dell'abitazione delle vittime, nel cuore del centro storico di Tempio.
La sentenza è del febbraio scorso, le motivazioni, circa 50 pagine, ripercorrono tutte le fasi del delitto, sposando la tesi del pm Angelo Beccu, basata su un'esemplare inchiesta dell'Arma dei Carabinieri.
È possibile una sintetica ricostruzione del triplice omicidio. Frigeri, nei giorni immediatamente precedenti al delitto, era esasperato dalla mancata soluzione di un problema riguardante la vendita di una Golf.
Il giovane aveva acquistato l'auto con il denaro di un mutuo, il contratto con la finanziaria era stato stipulato da Frigeri utilizzando la firma di un familiare, che niente sapeva del prestito. La Golf era stata successivamente consegnata ad Azzena, che stando alle indagini, non riusciva a venderla, ma non aveva neanche il denaro per comprarla dallo stesso Frigeri.
La mattina di sabato 17 maggio 2014, Angelo Frigeri, ha un violento diverbio con Giulia Zanzani, i due sono soli nella casa della donna. Probabilmente discutono della Golf.
La Zanzani viene spinta o cade durante il litigio. Batte la testa su una cassettiera. E' l'inizio della strage. Frigeri, lega la donna e poi la strangola con dei cavi. Quindi, quando Giovanni Azzena ritorna a casa, lo tramortisce e gli lega attorno al collo un cavo sino a strangolarlo.
Intorno alle 13,30, rientra da scuola, il povero Pietro Azzena che entra nella casa mentre Frigeri, scrive il giudice, sta ripulendo l'appartamento dal sangue delle vittime. Anche il ragazzino viene ucciso con le stesse modalità dei genitori. Angelo Frigeri (che non ha più un difensore di fiducia ed è assistito d'ufficio dall'avvocato Nino Vargiu) si trova da 19 maggio del 2014, nel carcere di Bancali.