Il fine ultimo è la sottoscrizione, prima possibile, del gemellaggio tra Santa Teresa e Bonifacio, due paesi al di qual e al di là delle Bocche, non tanto più “separati” quanto “uniti” da mare. E l'atto “propedeutico” al gemellaggio, che dovrà passare attraverso i nulla osta e le autorizzazioni dei governi di Roma e Parigi, è stato firmato il 12 agosto scorso, con una dichiarazione sottoscritta dalla sindaca Nadia Matta e dal collega Jean Charles Orsucci. «Esprimiamo la nostra intenzione di intraprendere un percorso comune che porti alla firma della Dichiarazione di Intenti e culmini con il Patto di Gemellaggio tra le nostre realtà territoriali», hanno dichiarato i primi cittadini in piazza, in italiano e in francese.

«La Dichiarazione mira a valorizzare e promuovere la conoscenza dei rispettivi territori e patrimoni per offrire alle due comunità una fonte di arricchimento sociale e culturale, nella convinzione che dalla cooperazione derivi il reciproco sviluppo nel campo della lingua, della cultura, dell’arte, della musica, della danza, dello sport, del turismo e della vita sociale. Dichiariamo la volontà di stabilire un rapporto di collaborazione permanente». 

La delegazione di Bonifacio era giunta a Santa Teresa per partecipare alle celebrazioni per i 215 anni del paese gallurese, lo scorso 12 agosto, organizzate dall'Accademia Bernardo De Muro, durente le quali è stata ricordata la fondazione del paese avvenuta nella stessa data del 1808. Santa Teresa, nell' assetto giunto fino a noi, fu fondata per volontà del re sabaudo Vittorio Emanuele I, dietro le insistenti richieste del comandante della guarnigione sardo-piemontese, Francesco Maria Magnon. Il re firmò attribuì al paese il nome della moglie, la regina Maria Teresa d’Austria.


 

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