Tentato omicidio, rissa e porto abusivo di oggetti atti ad offendere: queste le accuse, a vario titolo, per le quali cinque persone sono finite in carcere per ordine del Gip del tribunale di Tempio Pausania, su richiesta della Procura.

L'operazione, condotta a Olbia dai carabinieri del Reparto Territoriale, insieme allo Squadrone Eliportato "Cacciatori" di Sardegna e al 10° Nucleo Elicotteri di Olbia, è stata portata a termine questa mattina.

Le indagini erano state avviate dopo la rissa avvenuta in un bar della cittadina gallurese il 27 febbraio scorso; quando i militari erano arrivati sul posto, però, in molti erano fuggiti e chi era rimasto era stato portato in ospedale con gravi ferite.

Nascoste sotto un'auto, nel corso degli accertamenti, erano state scoperte le "armi" usate per la spedizione punitiva.

Attraverso l'esame dei filmati delle videocamere di sorveglianza e dei tabulati telefonici, oltre al rilevamento di impronte digitali, tracce ematiche trovate sulle spranghe di ferro, e testimonianze, gli inquirenti sono arrivati all'identificazione delle cinque persone coinvolte.

Si tratta di Dashmir Hoxha, muratore di 43 anni, Dajlan Ruci, operaio nato nel 1981, Eduard Zefi, muratore di 33 anni, Ilkir Gjoka, classe 1984, muratore, e Izmir Gjoka, classe 1988, tutti albanesi e residenti a Olbia.

Durante il blitz di questa mattina sono state anche identificate altre due persone che, verosimilmente, hanno partecipato alla rissa e verranno denunciate in stato di libertà.

(Unioneonline/s.s.)

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