I primi quarant’anni dell’Aido, una delle più longeve associazioni della città, in un convegno che ne ha celebrato il passato e apre la strada alle nuove generazioni. La sala gremita di studenti per festeggiare l’ambito traguardo è stata la cornice per fare il punto sulla donazione in Sardegna (e in Gallura) e affrontare tutti i temi - statistici, etici, legislativi - legati ad essa.

A fare gli onori di casa, Antonia Pinna, storica fondatrice ed ex presidente del Gruppo cittadino, tutt’oggi colonna portante dell’associazione. «Ho sempre pensato che qualcosa di me doveva continuare a vivere ma facendo star bene altre persone – dice – Olbia ha risposto con generosità e grazie alla sensibilizzazione nelle scuole siamo arrivati ai genitori. Ai giovani dico di informarsi e di iscriversi all’Aido».

Disegni, pensierini, temi: persino il logo della sezione olbiese fu realizzato dai bambini e fa parte di quel tesoro messo in mostra, per l’occasione, nelle sale del Museo. Dopo i saluti dell’Assessore del comune di Olbia, Alessandro Fiorentino, l’introduzione del presidente Gerardo De Luca che ha letto il messaggio del Vescovo Roberto Fornaciari e delineato le priorità: «Due le cose da fare subito – ha dichiarato -  potenziare i fondi destinati alla ricerca scientifica di base e socializzare il più possibile le donazioni senza le quali la tecnica dei trapianti resta una possibilità limitata ai pochi mentre aumenta la tragedia del traffico di organi».

“Quarant’anni di Aido ad Olbia: il perché di una presenza” è la questione alla quale l’associazione ha voluto rispondere dopo un incessante tour tra gli studenti delle scuole superiori che hanno contribuito con domande e interventi.

L’educazione al dono ma anche al rispetto della propria vita e di quella altrui, poi il complesso iter del prelievo degli organi; il  moderatore dell’evento dott. Franco Pala, anestesista e presidente Medici Cattolici della Diocesi di Tempio-Ampurias, ha riproposto agli studenti il complesso iter oggetto della formazione. «Dobbiamo ragionare nel senso che noi viviamo in una dimensione sociale; ci sono un certo numero di persone malate che possono essere curate per migliorare la loro qualità di vita, anche con il trapianto, e un altro numero che muore per vari motivi che può diventare donatore – ha detto –  in mezzo c’è la scienza che ha fatto dei progressi enormi. Attualmente in Sardegna sono 71 pazienti in attesa di rene, 7 di cuore,  6 di fegato. Nell’Isola, quest’anno, ci sono stati 100 donatori; di questi sono risultati idonei 58, utilizzati 56, 32 le donazioni multiorgano».

Il medico ha anche riferito il numero di opposizioni all’espianto, ben 29, introducendo il tema del mancato consenso che è stato ripreso dalla dottoressa Fabienne Fonnesu, coordinatrice locale per i trapianti dell’Asl Gallura. Tra gli innumerevoli compiti del suo complicato ruolo anche quello di favorire le campagne di sensibilizzazione tra i più giovani.

«Ad Olbia, nel 2023, su 6 accertamenti di morte encefalica, 5 i donatori, solo 1 utilizzato. In un altro caso le patologie hanno impedito la donazione ma il dato più  preoccupante sono le 4 opposizioni,  di cui 3 perché il deceduto non aveva dato il consenso al momento del  rinnovo della carta di identità, un altro per il no dei familiari. A fronte di questo numero elevato di rifiuti fondamentale il ruolo dell’Aido e delle azioni che stimolano la nuove generazioni alla donazione».

Consensi alla donazione nella scelta in Comune e consensi al prelievo che si esprimono dopo la constatazione di morte encefalica. «Nell’ambito dei primi c’è da capire quali sono le criticità nella procedura della scelta in Comune; nell’altro caso, quando il paziente non ha espresso volontà in vita,  c’è da capire perché la famiglia dice di no – il commento del presidente regionale dell’Aido, Roberto Simbula, relatore di un report sulle criticità – . Tra i motivi ci possono essere la paura, la sfiducia nei medici, il credo religioso; l’opposizione alle donazioni è effettivamente in crescita e si attesta circa al 30% su base regionale ma sono in crescita anche i consensi alla donazione, la Sardegna è al terzo posto in Italia. La sensibilizzazione è importantissima; per noi anche l’1% dell’opposizione ai consensi è un dato da eliminare».

Dall’Avis di Olbia la proposta di individuare una sede comune per le due associazioni «in modo da incentivare confronto e iniziative», come ha sottolineato il presidente Gavino Felice Murrighile. La giornata si è conclusa con una tavola rotonda sul principio di solidarietà nella Costituzione Italiana e la posizione delle religioni sulla donazione degli organi. L’Aido ha ringraziato gli studenti dell’Alberghiero di Arzachena che hanno curato i lunch break.

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