Olbia Con il Labint oltre 150 stranieri a scuola di italiano
Anno da record per il laboratorio interculturale per l’integrazioneUn anno scolastico da record per la scuola di alfabetizzazione per stranieri del Labint, laboratorio interculturale per l’integrazione. Sono 150 gli studenti, provenienti da tutti i continenti, che hanno ricevuto l’attestato di frequenza durante una festosa cerimonia nella sede dell’associazione, in via Brigata Sassari a Olbia.
Un percorso non privo di difficoltà, quello della scuola, che ha dovuto anche affrontare, causa guerre e crisi finanziarie, diverse ondate di arrivi di profughi, richiedenti lo statuto di rifugiato politico e migranti economici; per il Labint, che da decenni opera in città fornendo supporto e servizi (sempre su base volontaria) alle numerose comunità straniere che vi si sono insediate, un’ulteriore sfida sulla strada dell’inclusione. «Il profilo degli studenti, in continua evoluzione – si legge nella relazione di fine anno -, ci ha portato ad interfacciarci con diversi gradi di competenze linguistiche: dall’alta scolarizzazione dei rifugiati ucraini o degli immigrati argentini all'analfabetismo funzionale di tanti stranieri, soprattutto di provenienza araba e subsahariana. Ci sono, poi, i cittadini europei residenti nel territorio, motivati a studiare italiano in un contesto stimolante e multiculturale come quello del Labint».
Dopo il reclutamento di diversi insegnanti, e un corso di formazione sulle strategie e gli strumenti metodologici e didattici relativi all'insegnamento dell'italiano come lingua 2, l’anno scolastico è partito con sette classi ospitate dal Liceo Scientifico “L. Mossa”: nessuna barriera né discriminazione etnica o religiosa, i gruppi sono stati, come sempre, caratterizzati dall’avvicendamento degli iscritti dettato dalla vita di passaggio del migrante. Dal livello pre-alfa a quello B1, per la formazione delle classi si è tenuto conto di livello di istruzione e conoscenza pregressa dell’italiano; quest’anno creata anche una classe di giovani studenti, che al mattino frequentano la scuola media inferiore o superiore, e due universitari ucraini iscritti che seguono i corsi on-line delle rispettive facoltà. Accoglienza, empatia e bando ai tecnicismi, per il Labint l’insegnamento dell’italiano mira all’integrazione. «Siamo convinti che solo con l'acquisizione di un livello seppur minimo di competenza linguistico-comunicativa questi nuovi cittadini abbiano la possibilità di inserirsi nel tessuto sociale - afferma l’associazione - e interagire con gli altri per esprimere idee, bisogni, necessità, anche dal punto di vista sanitario, salvaguardando così la propria salute e quella dell'intera comunità». All’affollata cerimonia erano presenti l'attuale presidente del Labint, Diana Toska, i fondatori e dirigenti, Tonino Cau e Aly Cissè, gli insegnanti volontari, Giusy Biosa, funzionaria del settore servizi alla persona del Comune di Olbia.