Processo chiuso davanti al gup di Tempio, Caterina Interlandi, per l'incidente sul lavoro che nella primavera del 2018 costò la vita all'operaio di Villamar, Stefano Podda. La vittima stava lavorando nel centro vacanze Isuledda di Cannigione e venne ucciso da una scarica elettrica.

Hanno patteggiato la pena Mario Vezzola, legale rappresentante del camping Isuledda, e il responsabile della sicurezza della struttura di Cannigione, Giovanni Pala, il primo a 8 mesi di reclusione, il secondo 12 mesi.

La contestazione per entrambi era quella di omicidio colposo. Il via libera al patteggiamento è arrivato dopo la conferma del risarcimento delle compagnie assicuratrici alla famiglia della vittima. Stefano Podda, 37 anni, stando alle indagini, non era stato formato per usare la gru che venne a contatto con una linea elettrica dell'alta tensione. Le persone denunciate dagli ispettori del lavoro della Assl di Olbia (Spresal) erano difese dall'avvocato Gerolamo Orecchioni. La famiglia della vittima dell'incidente sul lavoro, parte civile nel procedimento, era assistita da Giuseppe De Meo.
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