La Procura di Tempio ha aperto un’inchiesta sulla vicenda del finanziere monegasco di origini italiane Adalberto Miani, deceduto a Olbia nel dicembre 2024, la cui eredità milionaria è al centro di una battaglia legale condotta in Italia e nel principato di Monaco.

Il pm Alessandro Bosco è titolare di un fascicolo per circonvenzione di incapace il cui contenuto è coperto dal massimo riserbo. I figli di Miani hanno denunciato la commerciante e imprenditrice di Siniscola, con attività a San Teodoro e Budoni, Simonetta Iozzia, seconda moglie del banchiere. Tema centrale della querela è il matrimonio civile di Miani, celebrato a Olbia il 7 dicembre 2022, quando secondo i figli, l’uomo era già disorientato e malato.

Va detto che la magistratura monegasca ha  archiviato un’indagine penale a carico di Simonetta Iozzia per induzione al matrimonio, escludendo qualsiasi condotta illecita della donna.

Gli avvocati della famiglia Miani, Marco Petitta, Gildo Ursini e Marzia Ghigliazza, hanno inviato una nota: «I signori Miani sono persone riservatissime e preferiscono demandare ai propri legali ogni commento. La questione non afferisce la sfera patrimoniale bensì e principalmente quella morale, tanto che già nel 2023, prima ancora di avere notizia postuma del matrimonio celebrato in segreto e senza nessun parente o amico vicini, hanno promosso, unitamente al pm di Montecarlo, l’azione tesa al riconoscimento di una misura di protezione civile del proprio papà». La misura è stata disposta dal Tribunale competente di Monaco – a seguito di accertamento peritale - e con parere favorevole del competente Pubblico Ministero.

Detta misura di protezione, proseguono, «nonostante l’opposizione interposta da Simonetta Iozzia, è stata confermata in appello ed è definitivamente passata in giudicato. La pena dei figli, ma così pure quella di tutti i familiari e degli amici di una vita, origina dal fatto che non appena è deceduta la loro mamma, moglie di Adalberto Miani per 61 anni, costui è stato repentinamente isolato, con controllo eterodiretto del proprio cellulare, tanto da interrompere ogni contatto con chiunque avesse accompagnato tutta la sua vita, licenziando dall’oggi al domani la coppia di colf/assistenti a casa che avevano seguito e accudito il Miani e la defunta moglie, da sempre, i comandanti di vascello che da sempre erano stati al fianco del papà, ed improvvisamente alienando la casa di famiglia di Monaco. Ma quel che maggiormente addolora è stato l’abbandono repentino ed immotivato dello staff di medici specialisti che avevano da sempre in cura la sua salute». 

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