Con la recente realizzazione e ampliamento della pavimentazione in granito, di lato e soprattutto davanti alla chiesetta della Santissima Trinità, o Trìnita (come si dice da queste parti, alla genovese), è stata “tombata” la possibilità di scoprire antiche sepolture, contenenti i resti mortali dei primi, antichi, maddalenini (giunti dalla vicina Corsica o figli di costoro) e dei marinai e soldati delle navi e della guarnigione Sardo-Piemontese e di qualche pescatore o corallaro campano.

Per quanto riguarda l’interno, dei seppellimenti sono attestati dai Registri parrocchiali di Santa Maria Maddalena. Anche se, negli anni Sessanta del Novecento, quando fu rifatto il pavimento della chiesa, sebbene si sia cercato e scavato, non si è trovato niente.

Mons. Salvatore Capula, parroco di La Maddalena per 64 anni – ci raccontò Tonino Conti, profondo conoscitore della storia isolana, scrittore e poeta – chiese ai muratori di scavare in alcuni punti. Poi fece sospendere le ricerche.

È possibile che i seppellimenti avvenissero da un’unica botola, dalla quale venivano calati i cadaveri, che non fu tuttavia trovata nel corso degli ‘assaggi’ casuali effettuati. Anche nel muro esterno di ponente della chiesa (e nel terreno circostante) dovettero essere effettuati dei seppellimenti. Indirettamente, lo dicono gli stessi Registri parrocchiali e lo confermano lavori in anni passati effettuati.

Nardino Porcu – per anni presidente del Comitato della Santissima Trinità – ebbe a raccontarci alcuni anni fa che, durante uno dei tanti lavori di manutenzione della chiesa, si era proceduto alla realizzazione dei un marciapiede di granito attorno alle mura perimetrali. Sul lato di ponente, scavando per creare una fascia anti umido, i muratori si imbatterono in lastre di granito ordinatamente posizionate a copertura, presumibilmente, delle sepolture. Non andarono tuttavia oltre. Ad ogni modo, le sepolture alla Trinita (allora chiesa di S.Maria Maddalena), iniziate dopo la sua costruzione (1770 circa) continuarono fino al 1797, anno in cui fu edificato il Cimitero “vecchio”, per quasi trent’anni dunque. Epoca nella quale la mortalità, a partire da quella infantile, era piuttosto frequente.

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