Una donna, una carabiniera, lo ha accompagnato in aula, poi ha visto la pm che preparava l’udienza, quindi è stato fatto sedere davanti alla giudice che aveva a fianco la cancelliera. Per finire gli è stata assegnata una avvocata d’ufficio.

Un uomo di 34 anni, nazionalità tunisina, ha preso malissimo la situazione, non ha gradito la direttissima tutta al femminile nel Tribunale di Tempio. Arrestato per resistenza a pubblico ufficiale a Olbia, vicino al parco Fausto Noce (aveva sputato contro i Carabinieri), il nordafricano è letteralmente esploso in aula. L’uomo, che aveva già minacciato il personale dell’Arma durante l’arresto, ha iniziato a inveire, in arabo, con insulti sessisti, contro tutte le donne che aveva davanti. La pm, Noemi Mancini, e la giudice, Marcella Pinna, hanno fatto tradurre subito gli improperi che non avevano fine.

Anche l’interprete nominato dal Tribunale, un giovane nordafricano, era scosso, inizialmente ha detto: «Non posso ripetere, non sono cose che si dicono a una donna». Ma è stato invitato a procedere con la traduzione e in aula sono risuonati epiteti violentemente sessisti. La giudice Marcella Pinna ha valutato tutto, i fatti contestati per l’episodio avvenuto a Olbia e il comportamento in Tribunale. L’uomo, accusato anche di detenzione di droga, è finito a Bancali, per le offese alle parti del processo, compresa l’avvocata Daniela Peru.

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