Controllo h24 sulle Bocche di Bonifacio
«Acque molto sensibili dal punto di vista ambientale», spiega il comandante della CapitaneriaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Bocche di Bonifacio: Potrà sempre andare bene? Si tratta di «acque che sono particolarmente sensibili, dal punto di vista ambientale; e un eventuale sinistro marittimo avrebbe degli effetti devastanti sotto il profilo ambientale», afferma il CF Emiliano Santocchini, comandante della Capitaneria di Porto-Guardia Costiera di La Maddalena.
Perché c'è in gioco, nelle Bocche di Bonifacio (note non solo per la pericolosità della loro navigazione in condizioni meteo marine avverse ma anche in quelle ottimali, considerate le forti correnti sottomarine e le secche che le caratterizzano), un ecosistema assolutamente di prim’ordine, ricco di biodiversità, abitato popolazioni, di qua e di là dello stretto, che dalle frequentazioni turistiche traggono gran parte della loro economia ed occupazione.
Il Centro VTS, ubicato nella torre di Guardia Vecchia, a La Maddalena, afferma il comandante Santocchini, «effettua il controllo del traffico marittimo di un’area particolarmente sensibile e sicuramente fragile, e consente di monitorare e controllare, in tempo reale, tutto il flusso marittimo che transita da est verso ovest e viceversa». Nel 2012, prosegue, «l’Organizzazione Marittima Internazionale, ha istituito, all’interno dello stretto, una PSSA; in questo tratto di mare è sconsigliato il transito a tutte le unità che trasportano merci pericolose, sostanzialmente sostanze idrocarburiche ma anche gasiere e chimichiere. Non c’è un divieto, che invece sussiste e solamente, in forza di un accordo italo-francese, per le navi di bandiera italiana e di bandiera francese. Per il resto va detto che per il transito in queste acque è previsto il pilotaggio raccomandato». Una raccomandazione che, in quanto tale, poco viene seguita. Esiste anche un sistema obbligatorio di rapportazione navale, di controllo del traffico marittimo «che viene gestito in collaborazione con le autorità francesi, a settimane alterne, attraverso la stazione di Pertusato». Ad ogni modo, fin dal 1976, Italia, Francia e Principato di Monaco ha sottoscritto un accordo internazionale per la tutela dell’ambiente marino e costiero, l’Accordo Ramoge, spiega il comandante Santocchini «che prevede una strettissima collaborazione tra questi tre stati in caso di incidente in mare; nel 1991 è stato previsto un piano antinquinamento, che deve scattare in caso di sinistro marittimo che dovesse verificarsi nelle acque, anche internazionali, che interessano questi tre paesi, che prevede l’impiego di mezzi specializzati antinquinamento per far fronte ad un eventuale disastro ambientale». L’augurio, naturalmente, è che questo piano non debba mai scattare.