Per due anni ha ricattato la ex fidanzatina, all’epoca minorenne, obbligandola a inviargli foto intime e minacciandola di diffondere le immagini e di picchiare il suo nuovo compagno. La obbligava persino a chiamarlo “padrone”, emerge dalle chat.

I fatti risalgono al periodo tra il 2017 e il 2019, ora il giovane, un 26enne di Olbia, andrà a processo. Violenza sessuale, sextortion e detenzione di materiale pedopornografico le accuse da cui deve difendersi. Ma il collegio dei giudici del tribunale di Tempio ha rinviato il processo su richiesta del pm Mauro Lavra, che deve valutare una eventuale riformulazione dei capi d’accusa alla luce delle nuove norme.

A denunciare il 26enne, che oggi non risiede più in Italia, è stato il nuovo fidanzato della vittima, che è andato dalla Polizia e spiegato che lei era terrorizzata dal suo ex, aveva paura anche di sporgere denuncia.

Le indagini sono state affidate alla Dda e alla Polizia postale di Sassari, che ha perquisito la casa del giovane e sul suo smartphone ha trovato le foto, i video e i messaggi incriminati. Il 26enne è stato sottoposto al divieto di avvicinamento alla ex e alla famiglia.

Al processo la ragazza, dichiarata non idonea a comparire in aula, si è costituita parte civile con l’avvocatessa Brunilde Sanna Mucaj, mentre l’imputato, difeso da Franco Sechi, non si è presentato davanti ai giudici perché attualmente non risiede in Italia. A dicembre riprenderanno le udienze.

(Unioneonline/L)

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