Successo per la “prima” della “Consulta  limba e cultura Terranoesa”, la nuova associazione culturale nata per tutelare e riscoprire lingua e cultura dell’Olbia antica. Musica, poesia, aneddoti e folklore all’insegna di un orgoglio mai sopito e della ricerca di un’identità che la città cela nel suo passato. Una serata animata, moderata dal giornalista Augusto Ditel che ne ha sottolineato l’importanza, soprattutto nei punti chiave del recupero e dell’istituzionalizzazione della lingua degli avi, “su terranoesu”.

«Il progetto ha preso spunto - ha spiegato il presidente Mario Spanu “Babay” - molti anni fa con la raccolta degli antichi  soprannomi olbiesi. Abbiamo raggiunto quasi 600 soprannomi; questo lavoro ci ha portato a continuare a  studiare concentrandoci sulla lingua, una delle poche in Gallura con origine logudorese».

Durante la serata presentati i punti programmatici del manifesto: recuperare la lingua senza vestirla di “vecchio”, fare della città centro di irradiazione culturale, valorizzare gli antichi gerghi tecnici come quelli del mare, della pesca e dei carrolanti, spazio alla tipicizzazione con manifestazioni culturali recuperate dalla tradizione, lasciare la toponomastica ad una gestione dal basso, il bilinguismo nella comunicazione ma anche il coinvolgimento dei commercianti con il progetto “eo faeddo terranoesu”, rapporto con le tifoserie per diffondere l’orgoglio olbiese  e ancora contribuire a creare una memoria storica, oggi patrimonio di pochi, e valorizzare gli artisti che fanno e hanno fatto letteratura e musica in olbiese.

«Siamo felici che l’iniziativa abbia suscitato un così grande interesse. Olbia è diga della Sardegna, per molti è stata la città che ci ha consentito di non andare a cercare lavoro oltre il mare - ha detto Roberto Mette, alaese, che nella Consulta si occupa di comunicazione -. All’interno della cittadina tante piccole patrie che l’olbiese ha da sempre accettato, ora per le seconde e terze generazioni di olbiesi immigrati è il momento di restituire qualcosa a questa città, impegnarsi per restituire questa accoglienza. La guida della Gallura deve avere l’ambizione di influenzare l’hinterland con la sua cultura e la sua vivacità, sempre con lo sguardo rivolto al futuro».

Oltre a Spanu e Mette altri cinque i soci fondatori: Simplicio Usai, vicepresidente e addetto alla toponomastica, Antonello Serra, tesoriere che si occuperà di poesia e letteratura, Giovannino Degortes specializzato in musica e cultura, Mario Bua, addetto ai rapporti con le associazioni e enti pubblici, Manuela Derosas che si occuperà delle realtà extraterritoriali. Alla presentazione i saluti della vicesindaca Sabrina Serra. «Una serata che ha suscitato un grande successo viste le tante autorità presenti - ha detto -  lavorerete affinché la tradizione e la cultura della nostra città non venga persa e sarà interessante lavorare insieme anche a tutte le altre etnie presenti». A fine serata la campagna di tesseramento.  

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