Nel Refettorio dell’Arte in mostra le opere di sei artisti per la raccolta fondi a favore del Centro di Salute Mentale di Olbia. Il progetto, curato dall’associazione di promozione sociale Omnia, servirà a finanziare l’acquisto di materiale per la realizzazione di un murale nella struttura di Via Baronia, diretta dalla dottoressa Luisa Budroni.

“Intrecci”, questo il titolo della mostra, ospiterà le opere di Luca Secchi, Mozok, Lisa Fancello, B, Manuela Carboni e Andrea Agostino Dalias; l’inaugurazione è prevista per lunedì 13 febbraio alle 17 e l’esposizione sarà visitabile fino al venerdì successivo, dalle 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.

«Si tratta di un progetto che coinvolge diverse istituzioni e figure professionali, perché nell’ambito della salute mentale la rete di collaborazione è fondamentale per realizzare gli obiettivi», sottolinea la dottoressa Emanuela Angioni, responsabile del Centro Diurno Riabilitativo Psichiatrico del CSM di Olbia. «In questo caso il progetto ha una doppia valenza: attraverso l’esposizione delle opere d’arte vogliamo creare altra arte». Un progetto che punta a riqualificare uno spazio del Centro con l’obiettivo di innescare un processo a favore della salute mentale dei pazienti che ne trarranno benefici, stimoleranno la capacità espressiva, valorizzeranno le competenza e svilupperanno diverse abilità e l’autostima. «Ringrazio il Comune, l’associazione Omnia, la biblioteca comunale, gli artisti e le educatrici professionali del Centro Diurno, le dottoresse Sara Bernardini e Sonia Sanna che hanno lavorato per la realizzazione di questo progetto – ha commentato Angioni - Speriamo che le opere siano ammirate da tante persone, per dare merito agli artisti e raccogliere i fondi necessari».

Il progetto è sostenuto dall’Amministrazione comunale: «L’arte è un modo di esprimersi, un linguaggio che ci unisce, una continua fonte d’ispirazione per l’artista e per il suo fruitore – ha detto l’assessora alla cultura Sabrina Serra -. Per questo una mostra d’arte è sempre un’esperienza emotiva e in questo caso lo è ancora di più».

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