In Italia uno su quattro lavora in nero. Nell’Isola gli irregolari sono circa 1.200. Questi i dati di Confartigianato Sardegna sul fenomeno dell’abusivismo  tra estetisti e parrucchieri che, complici le chiusure per ferie, si gonfia come una bolla illegale fatta di prestazioni a domicilio, passaparola e piattaforme online fuori controllo.

Estetista al lavoro
Estetista al lavoro
Estetista al lavoro

«È un attacco alla salute dei cittadini, all’economia legale e alla dignità del lavoro artigiano», afferma Giacomo Meloni, presidente dell’associazione, «ciò che accade sotto i nostri occhi è molto preoccupante per tutti coloro che pagano le tasse e rispettano le leggi».

L’analisi sulla Sardegna spiega come il “benessere” sia fortemente esposto, in maniera più o meno grave, a una illegalità professionale che sta assumendo i contorni dell’emergenza. Ci sono almeno 1.200 i lavoratori irregolari, che operando totalmente in nero o in posizione “border line” in quanto al rispetto delle regole, che vanno a danneggiare le attività regolari. Quindi, si calcola che per ogni tre imprese artigiane regolari vi sia almeno un’attività “fantasma”, con grave impatto sulla salute dei cittadini ed economia.

Estetista al lavoro
Estetista al lavoro
Estetista al lavoro

Un comparto, quello del benessere, che in Sardegna conta circa 4.046 imprese del settore dei servizi di acconciatura e trattamenti estetici, che offrono servizi di acconciatura, manicure, pedicure e trattamenti estetici. Di queste l’83,8% (3.392 realtà) sono artigiane, con circa 8mila addetti.

Per quanto riguarda la spesa, mediamente nell’isola le famiglie spendono 29,5 euro al mese, equivalenti a 355 milioni di euro all’anno, per servizi di parrucchiere e trattamenti di bellezza.

Tutto ciò però è a forte rischio a causa della concorrenza sleale di centinaia e centinaia di operatori abusivi che, non rispettando nessun tipo di legge e soprattutto sentendosi impunibili, svolgono l’attività quotidianamente nelle abitazioni dei clienti o in locali non idonei.

Un salone estetico regolare
Un salone estetico regolare
Un salone estetico regolare

Ma c’è di più: dal primo  settembre 2025 il Regolamento Ue ha introdotto il divieto di utilizzo di alcune sostanze presenti in prodotti utilizzati nei trattamenti per estetici. «Pertanto», aggiunge Meloni, «sono vietate sia l’immissione sul mercato sia la messa a disposizione dei prodotti cosmetici non conformi. I prodotti già presenti nei saloni dovranno essere smaltiti o ritirati in accordo con i fornitori».

(Unioneonline)

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