Trenta morti, dieci dei quali al di sotto dei trent'anni. E' il tragico bilancio dell'estate sulle strade, da Nord a Sud dell'Isola. Un numero che rende la sua drammatica proporzione se si traccia una media: più di un morto ogni due giorni. E questa volta non sembra si possono imputare le cause esclusivamente allo stato delle strade.

IL TEATRO DELLE TRAGEDIE - Gli incidenti hanno avuto come teatro non soltanto tratti viari noti e segnalati come pericolosi, dalla Buddi Buddi all'Orientale sarda, ma si sono verificati anche all'interno di perimetri urbani (Cagliari e Olbia), secondo dinamiche che sfuggono a un'analisi complessiva.

INCIDENTI IN MOTO - Certo è che, rispetto alle cifre, appare allarmante il numero degli incidenti avvenuti in moto: la metà delle vittime ha conosciuto la morte proprio in sella alle due ruote. Né, in una tragica sequenza di croci, mancano gli investimenti: tre donne sono state travolte e uccise ad Alghero, Villamar e Silì.

IL DOLORE - Sull'asfalto, rimangono le storie di vite interrotte troppo in fretta e le lacrime di chi le piange. Giulia Congiu, 15 anni, di Narcao aveva sogni di adolescente. Si sono spenti sull'asfalto, viscido per la pioggia, della provinciale 77, vecchia e insidiosa. Rientrava dal mare come Claudia Nali, 20 anni, e il suo fidanzato, Alessandro Solinas, 22 che, abbracciati sullo scooter, tornavano dalla spiaggia di Platamona a Sassari.
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