Centoquattro interventi in un anno per salvare un totale di 124 persone, soprattutto escursionisti che, per una caduta o per la perdita dell'orientamento, non sono più riusciti a ritrovare il sentiero di ritorno.

Sono i numeri del bilancio dell’attività 2023 del Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna, impegnati quotidianamente in missioni “attivate” da 118, prefetture, forze dell'ordine e anche su chiamata diretta.

Nel dettaglio, lo scorso anno sono stati settantuno i salvataggi in ambiente impervio portate a termine in collaborazione con il servizio di elisoccorso. In campo 435 soccorritori per oltre quattromila ore di lavoro.

La zona più a rischio? L'Ogliastra con 35 interventi. Con particolare predilezione per boschi e sentieri che portano alla scoperta di calette paradiso.  Ma anche con il Sud Sardegna non si scherza: ventotto missioni di salvataggio.

Il picco degli interventi (dodici) ad agosto. Ma molti sos arrivano anche con le prime gite di primavera, a marzo.

L'età delle persone soccorso è compresa tra i cinquanta e i sessant'anni, al 63% maschi.

Quanto alle cause delle chiamate d’emergenza al primo posto ci sono le cadute, poi la perdita di orientamento, i malori, le scivolate. Ma non mancano i casi di escursionisti “sfiniti” che richiedono assistenza. 

Tra i numeri del soccorso alpino anche i "prestiti" dei tecnici all'attività di elisoccorso in caso di problemi di salute o incidenti: è capitato nel 2023 oltre duemila volte. 

(Unioneonline/l.f.)

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