Servono 7,45 Gigawatt di potenza per centrare gli obiettivi ecologici. In Sardegna ci sono richieste per 57,67 Gw, che sarebbero prodotti da 809 impianti da realizzare: eolici a terra e offshore (in mare), ma anche fotovoltaici. Piccoli, grandi e enormi. Sta tutta nei numeri forniti da Terna, il più grande operatore di reti per la trasmissione di energia elettrica in Europa, la dimensione dell’assalto delle rinnovabili all’Isola, al suo vento, al suo sole e al suo paesaggio.

Il colosso dell’energia fornisce la mappa delle richieste di connessione alla rete presentate ai suoi uffici. Il recente aggiornamento cristallizza il quadro al 31 marzo e per capire la portata è necessario analizzare il contesto. 

A spiegarlo è la nota di accompagnamento di Terna: «Gli sfidanti obiettivi europei di decarbonizzazione, con il pacchetto “Fit for 55”, impongono nuove sfide al settore elettrico.  Entro il 2030», viene sottolineato, «sarà necessario installare circa 70 GW di nuova capacità rinnovabile (rispetto a quella installata al 31 dicembre 2019) per coprire almeno il 65% dei consumi di elettricità con l’energia prodotta da queste fonti di energia pulita». Questi sono i numeri nazionali. Per la Sardegna il dato è appunto 7,45 Gw. Ma l’Isola, con le sue caratteristiche e, soprattutto, il suo maestrale e il suo sole, fanno gola. Tanto che le richieste per l’installazione di impianti sono otto volte superiori a ogni migliore auspicio dell’Europa, che chiede di puntare al massimo sulle rinnovabili.

Nel dettaglio, per la Sardegna si parla di richieste di allaccio per 524 impianti fotovoltaici (22,99 Gigawatt), 254 eolici a terra (16,86 Gw) e 31  per piazzare pale in mare (per un totale di 17,82 Gw). 

Negli ultimi tre mesi sono state depositate circa 60 istanze. E in tutto i proponenti hanno trovato l’accordo con Terna su 427 pratiche. Non tutte hanno ricevuto l’autorizzazione ambientale. Ma i  numeri sono questi. Enormi. 

   

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