Oltre centomila famiglie sarde in situazione di povertà relativa. E se nel 2019 i dati erano in calo, ora si registra un nuovo incremento. Piccolo ma significativo: dal 12,8% al 13,9% del 2020.

Numeri che vanno nella direzione opposta rispetto alla situazione nazionale che invece indica una generale diminuzione della povertà relativa.

È quanto emerge dall'ultimo report della Caritas Sardegna su povertà ed esclusione.

I dati sono stati illustrati questa mattina dal vescovo di Iglesias Giovanni Paolo Zedda e Raffaele Callia, delegato regionale Caritas.

DATI IN CRESCITA – Nel corso del 2020 i Centri di ascolto Caritas della Sardegna, distribuiti nei 35 comuni coinvolti nell'indagine, hanno ascoltato - una o più volte - 10.125 persone portatrici di uno o più disagi a livello personale e familiare. Un dato che appare in notevole aumento rispetto al 2019, quando a rivolgersi alla Caritas erano state 6.876 persone. L'incremento tra il 2019 e il 2020 è stato di 3.249 unità, pari al +47,3%.

La Sardegna, secondo il report, è inoltre tra le regioni italiane con quote di povertà inedite molto più elevate rispetto alla media nazionale: le persone che si sono rivolte ai Centri di ascolto per la prima volta nel 2020 coprono il 51,5% del totale. E il dato non riguarda gli stranieri: si tratta in larga maggioranza (71,5%) di cittadini italiani.

CHI CHIEDE AIUTO – Tra gli effetti prodotti dalla pandemia si registra anche in Sardegna, conformemente al dato nazionale, un'accresciuta esposizione alla fragilità da parte delle donne, il 51,1% del totale. Una persona su due ha tra i 40 e i 50 anni e, a chiedere aiuto, sono soprattutto le persone sposate. Rimane elevata la quota di persone in difficoltà con un titolo di studio medio-basso.

Fra le cause del disagio, la mancanza di lavoro o un lavoro precario.

LE NECESSITÀ – Le richieste riguardano per lo più beni o servizi materiali (81,9%): si cercano viveri, vestiario, prodotti per i neonati, materiale sanitario, biglietti per il trasporto, buoni pasto, prodotti per l'igiene personale, attrezzature per la casa.

Rispetto al report precedente risultano in crescita anche le richieste di sussidi economici, passando dal 10,2% del 2019 al 12,0% del 2020. A fronte delle 41.132 registrazioni di richieste d'aiuto, nel corso del 2020 gli operatori dei Centri di ascolto hanno rilevato 56.055 registrazioni di intervento.

Nel 2020 la micro-voce più frequente associata alla fornitura di beni e servizi materiali non è il "servizio mensa" quanto invece la "distribuzione di pacchi viveri", che da sola copre il 40,4% di tutti gli interventi erogati nel corso dell'anno. 

(Unioneonline/v.l.)

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