Il preventivo per la costruzione del nuovo stadio del Cagliari è più che raddoppiato (da 70 a 157,4 milioni più Iva). «E allora che se ne parli, nella massima trasparenza, in consiglio regionale. Gli attori della vicenda vengano a dirci cosa sta succedendo. Ascoltiamo il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, quello della Regione, Christian Solinas, e il sindaco Paolo Truzzu. Così si farà chiarezza». 

Massimo Zedda non è più alla guida della città da marzo del 2019. Quando aveva rassegnato le dimissioni era convinto di aver lasciato il terreno pronto per la posa della prima pietra della casa del Cagliari del futuro. Tre anni e mezzo dopo, dai banchi dell’opposizione del consiglio regionale, osserva un procedimento in lenta evoluzione. I costi, invece, quelli corrono.  E a carico delle casse pubbliche, nel nuovo piano finanziario della società, ci sono 60 milioni circa: 10 del Comune e ben 50 della Regione. Che sta frenando. 

«Non ho visto le carte, ma mi chiedo: il Cagliari sta prendendo la concessione per 50 anni o per 90? Nel primo caso il presidente Giulini, che fa l’imprenditore, fa leva sui soldi pubblici perché non rientrerebbe nei costi. Ma c’è la possibilità di allungare i tempi. Di raddoppiarli, in pratica. E in quel caso», ragiona Zedda, «il tempo di rientrare dall’investimento ci sarebbe eccome. Il Comune si attivato in questo senso? Penso che il tema sia cruciale». 

Il quesito è aperto. Ma per l’ex sindaco ci sono anche altri aspetti da chiarire: «Quando abbiamo autorizzato noi», spiega, «il confine dell’intervento era la recinzione del vecchio Sant’Elia. Ora, con la variante, il Comune ha autorizzato edifici all’esterno. Costruzioni che costeranno oltre 100 milioni di euro. Una marea di soldi pubblici, sulla quale è necessario fare chiarezza. E il consiglio regionale è la sede deputata per farla».   

(Unioneonline/E.Fr.)

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