La querelle tra i sindacati dei medici e l'Ats e la Regione sulla partecipazione alla campagna vaccinale si trascina da diverso tempo.

Il protocollo d'intesa nazionale con il ministero è del 21 febbraio, in Sardegna l'accordo integrativo regionale è stato siglato un mese dopo, il 19 marzo (da Fimmg e Smi ma non da Snami) e approvato con una delibera della Giunta il 24 marzo. Poi altre tre settimane per arrivare al documento che definisce “le procedure d'attuazione”, datato 16 aprile. Ma le cose non funzionano ancora.

“Siamo l'unica regione d'Italia in cui la collaborazione dei medici di famiglia alla campagna vaccinale non è ancora decollata. In Toscana, in Veneto, in Lombardia, in Calabria, i fragili, i malati gravi, li hanno fatti i medici di base a casa o nei loro ambulatori, da noi invece sono i grandi assenti”, l’accusa del commissario straordinario dell'Ats Massimo Temussi che avverte: "Sono profondamente dispiaciuto per questa situazione, che non riesco a comprendere. Abbiamo fatto gli accordi, le procedure ci sono, il piano è deliberato, gli abbiamo dato tutto quello che ci hanno chiesto, perfino le siringhe pronte per la somministrazione (cosa che nessun altro ha fatto nel Paese), una app dedicata, un compenso economico adeguato, eppure – a parte ovviamente un certo numero di professionisti che si sono rimboccati le maniche e si stanno impegnando – nel complesso la categoria è l'anello debole della catena. Abbiamo al momento 1.000 allettati prenotati, ora manderemo una comunicazione ai loro medici, invitandoli ad andare a fare il vaccino a casa di ognuna di queste persone”.

GLI OPEN DAY – Intanto sono 22.899 le dosi di vaccino che Regione e Ats sono riuscite a somministrare in occasione della seconda giornata di Open day svolta in sei hub sardi. E venerdì erano state 21mila.

"Un ottimo risultato, che rispecchia le potenzialità del nostro sistema nell'ambito della campagna in corso”, hanno commentato il presidente della Regione Christian Solinas e l'assessore alla Sanità Mario Nieddu. Bisognerà fare però i conti con il richiamo arrivato dal commissario Francesco Figliuolo: molte regioni sono ancora troppo indietro nelle vaccinazioni agli over 60, che restano prioritarie. Tra queste c'è appunto la Sardegna.

TAMPONI FUORI TEMPO – Prosegue nell’Oristanese invece la campagna Sardi e Sicuri ma l'appello del commissario della Assl Antonio Francesco Cossu per aderire allo screening, programmato ieri e oggi, nel capoluogo è caduto praticamente nel vuoto.

Pochissimi sono stati gli oristanesi (214, duemila in totale nella provincia) che hanno effettuato i test gratuiti nelle tre strutture messe a disposizione del Comune.

"Non vorrei essere sempre il solito a criticare - osserva Antonio Sulis, presidente dell'Ordine dei medici di Oristano - ma aver distolto una parte del personale dal centro vaccinale di Sa Rodia non è stata una scelta positiva. Ieri infatti, per l'assenza di personale non sono state preparate le siringhe da consegnare ai medici di famiglia. Molte di quelle dosi erano infatti destinate a persone fragili o allettate che ora dovranno aspettare. Lo screening è importante ma ora siamo in piena campagna vaccinale e questa è la priorità”.

(Unioneonline)

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