Palazzo di Giustizia. Milano, sezione fallimentare del Tribunale. Nella sala delle udienze ristrette va di scena il caso Moby-Cin-Tirrenia. In ballo ci sono 740 milioni di euro di debiti, ipoteche, beni immobili e molte falle finanziarie. A dirimere la matassa, tra la proposta di concordato preventivo e il baratro del fallimento, sarà il collegio giudicante presieduto da Alida Paluchowski. Una partita delicatissima considerato il calibro delle due compagnie di navigazione e dell'ammontare ciclopico di denari da restituire, dalle banche agli obbligazionisti del bond lussemburgese da 300 milioni di euro che ancora attendono un gesto di vita.

Lo scontro sui debiti

La proposta di Onorato avanzata ai giudici ha limiti profondi sia sul piano sostanziale, pochi soldi e poche certezze per il futuro, che su quello formale. I creditori, secondo i rumors finanziari, non hanno gradito il quatum di risorse messe a disposizione e tantomeno i tempi che sposterebbe la lancetta della restituzione dei soldi al 2025. In ballo c'è l'incertezza del futuro, dal Covid alla capacità gestionale, contrapposta all'unica certezza che esiste: il valore delle navi. Un patrimonio capace, se ceduto in tempi rapidi, di generare una liquidità rilevante, decisamente superiore a quella offerta nel quadro della proposta di concordato. All'aspetto sostanziale si aggiunge quello formale. Di certo non hanno aderito alla proposta di Onorato i commissari della ex Tirrenia. Cin e Moby chiedevano allo Stato di rinunciare ad una parte consistente di quei 180 milioni che il patron di Mascalzone Latino si era dimenticato di pagare in tre rate per l'acquisto della Tirrenia. La risposta è stata negativa, nessuna trattativa. Anche per evitare la Corte dei Conti, visto che si parla di fondi pubblici.

Inchiesta su soldi

Intanto, da ieri, è scattata anche l'inchiesta penale. Sotto accusa c'è quel mare magnum di denaro che Vincenzo Onorato ha elargito alle forze politiche. Dai 240 mila euro a Beppe Grillo ai 600 mila a favore di Davide Casaleggio, dai 150 mila a Matteo Renzi per la Leopolda ai 40 mila a Giorgia Meloni. I magistrati ci vogliono vedere chiaro, sulle ragioni di queste elargizioni e le finalità. Il procedimento a Modello 45, per il momento senza indagati né ipotesi di reato, è stato aperto dal procuratore aggiunto di Milano, Maurizio Romanelli, che si occupa di reati contro la Pubblica amministrazione per verificare la regolarità di numerosi finanziamenti ad associazioni, fondazioni e partiti politici fatti dalla Moby, società che con la Cin (Compagnia italiana di navigazioni) ha acquisito Tirrenia nel 2012, già in amministrazione straordinaria.

Sindacati, nulla di fatto

Finisce con un nulla di fatto l'incontro tra il gruppo Onorato e le organizzazioni sindacali. La Compagnia ha confermato le informazioni fatte pervenire con lettera scritta il 27 marzo 2021 ai sindacati. Ad oggi manca accordo tra Cin e Tirrenia in amministrazione straordinaria relativamente al debito da onorare pari a 180 milioni di euro.

Riflettori sul Palazzaccio

I riflettori del sindacato e dei lavoratori, dunque, sono tutti puntati all'udienza di domani al Tribunale di Milano. A Cagliari, invece, resta ormeggiata in banchina la nave traghetto Moby Dada, bloccata martedì sera da un grave danno ad una turbina.

Motori fuori uso

Motori fuori uso e servizio interrotto senza una data per la ripartenza. A Cagliari, intanto, è arrivata la Moby Corse, una delle navi più vecchie del gruppo Onorato, con la bellezza di 44 primavere trascorse in mare. Il traghetto "archeologico" ha fatto salire a bordo i passeggeri che avevano trascorso la notte sulla Moby Dada e in serata è salpato per Civitavecchia.

M.P.

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