L’inferno è sul ponte della Scafa. La porta d’ingresso di Cagliari dalla statale 195 (Teulada, Domus de Maria, Pula, Villa San Pietro, Sarroch, Capoterra) è di nuovo ostaggio di un cantiere. Migliaia di automobilisti, soprattutto tra le 7 e le 9 e tra le 16.30 e le 18, sono costretti a lunghe file per arrivare a destinazione.

Il cantiere - I lavori sono stati appaltati dall’Anas per la sostituzione dei “giunti di dilatazione”, ovvero le grate che consentono all’acqua piovana di defluire dal cavalcavia, finendo nella laguna di Santa Gilla. La base d’asta superava il milione. Tra le 41 imprese in gara, ad aggiudicarsi i lavori è stata la Tecnologie stradali srl, con un ribasso del 31%, per un importo finale di 796 mila euro. Il capitolato d’appalto concede all’impresa 240 giorni di tempo a partire dalla consegna dei lavori. Un’enormità, visto quanto il cantiere stia penalizzando il traffico.

Il blocco alla Scafa causa code chilometriche (foto L'Unione Sarda)
Il blocco alla Scafa causa code chilometriche (foto L'Unione Sarda)
Il blocco alla Scafa causa code chilometriche (foto L'Unione Sarda)

Le scelte - Gli automobilisti, impotenti, si domandano se, chi pianifica gli interventi, tenga conto dell’impatto devastante per la viabilità. Si contempla forse il “risparmio” per le casse dello Stato ma non i danni enormi per i cittadini. A quanto ammontano, tutti i giorni, i costi sociali di un ritardo al lavoro, a scuola? Quanto vale la privazione della libertà per migliaia di persone? I disagi per le forze dell’ordine, per i soccorsi del 118? Qual è il peso per l’ambiente di migliaia di mezzi incolonnati in un’area di grande valore ambientale?

L’alternativa - Aumentando la base d’asta, si sarebbe potuto imporre all’impresa di lavorare la notte e nei festivi con decine di operai, e non solo con i 5 al lavoro anche questa mattina? Chi “controlla” l’operato dell’Anas? La Regione ha alzato la voce, ma non è cambiato nulla. La Prefettura ha già fatto sapere di non avere competenze. Eppure la statale 195 è una strada ad altissima pericolosità: è la via di fuga in caso di incidenti alla raffineria Saras di Sarroch. Non è dato sapere se la società della famiglia Moratti abbia manifestato perplessità per l’invadenza del cantiere. Di sicuro centinaia di cisterne cariche di carburante o di mezzi impegnati negli appalti, in uscita dalla raffineria, finiscono nell’ingorgo, così come migliaia di lavoratori. Silenzio, solo silenzio.

L’altro versante - Conclusi i lavori verso Cagliari, il cantiere si sposterà nella direzione opposta. Rientrare in città sarà più semplice, viaggiare verso Capoterra e Pula un incubo. I lavori andavano realizzati, sia chiaro. E in totale sicurezza. Questo non va messo in dubbio. Resta da capire se sia stato fatto tutto il possibile se non per limitare il disagio temporaneo, almeno per accorciare i tempi del cantiere. Peraltro Anas ha avviato contemporaneamente lavori “impattanti” sulla 131 e sulla 195. Possibile che nessuno abbia vigilato? O, peggio, sono state comunque concesse le autorizzazioni?

Lo stop - Anas ha annunciato a L’Unione Sarda che i lavori saranno sospesi dal 20 dicembre al 7 gennaio. Anche alla luce di questo, resta un mistero sul perché i lavori siano stati sospesi per quasi una settimana, dal 28 novembre a mercoledì mattina, 4 dicembre. E’ stata persino rimossa la segnaletica. Nessuno, ovviamente, si è preoccupato di informare amministratori pubblici e cittadini. L’Anas però ha annunciato in pompa magna la riapertura degli eterni cantieri sulla 195, con tanto di benedizione. Evviva. I tempi per il completamento, come sempre, saranno strettissimi, stando agli annunci. Ricordando che sono stati concessi 240 giorni per sostituire i “giunti di dilatazione” alla Scafa, qualche dubbio è legittimo. Di sicuro non è tollerabile quel che sta accadendo all'ingresso di Cagliari. E la politica non può girarsi dall'altra parte.
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