Anche la Sardegna inserita tra le aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nazionale delle scorie nucleari. Assieme all'Isola ci sono altre sei regioni, ovvero: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata e Sicilia.

In queste ore il ministero dello Sviluppo e il ministero dell'Ambiente hanno dato il via libera alla Sogin (la società statale responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi) per la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), del progetto preliminare e dei documenti correlati. Con questo passo, atteso da anni, si va verso il deposito dei rifiuti radioattivi.

Il deposito permetterà di conservare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività.

I COMUNI INTERESSATI - Le zone della Sardegna inserite nella mappa sono 14, quattro nell'Oristanese e una decina nel Sud Sardegna. Numerosi i Comuni interessati. Si tratta di: Siapiccia, Albagiara, Assolo, Usellus, Mogorella, Villa Sant’Antonio, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Tuili, Ussaramanna, Gergei, Las Plassas, Villamar, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Guasila e Ortacesus.

I Comuni interessati
I Comuni interessati
I Comuni interessati

I NUMERI - Per la costruzione del deposito nucleare nazionale si stima un investimento complessivo di circa 900 milioni di euro che genererà oltre 4.000 posti di lavoro all'anno per 4 anni di cantiere, diretti (2.000 fra interni ed esterni), indiretti (1.200) e indotti (1.000). Durante la fase di esercizio, invece, l'occupazione diretta è stimata mediamente in circa 700 addetti, fra interni ed esterni, con un indotto che può incrementare l'occupazione fino a circa 1.000 unità.

IL MINISTERO - La Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee è "un lavoro coordinato congiuntamente dai due ministeri, atteso da molti anni, che testimonia la forte assunzione di responsabilità da parte del governo su un tema, quello della gestione dei rifiuti radioattivi, che comporta anche per il Paese una procedura di infrazione europea", spiega una nota del ministero. Che sottolinea come "attualmente i rifiuti radioattivi sono stoccati in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo".

"La pubblicazione della Cnapi, con l’elenco dei 67 luoghi potenzialmente idonei (che non sono tutti equivalenti tra di essi ma presentano differenti gradi di priorità a seconda delle caratteristiche), di fatto dà l’avvio alla fase di consultazione dei documenti per la durata di due mesi, all’esito della quale si terrà, nell’arco dei 4 mesi successivi, il seminario nazionale. Sarà questo l’avvio del dibattito pubblico vero e proprio che vedrà la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca, durante il quale saranno approfonditi tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere", prosegue il ministero".

Le aree interessate dalla Cnapi - chiude la nota - sono il risultato di un complesso processo di selezione su scala nazionale svolto da Sogin in conformità ai criteri di localizzazione stabiliti dall’Isin, che ha permesso di scartare le aree che non soddisfacevano determinati requisiti di sicurezza per la tutela dell’uomo e dell’ambiente. Ai criteri di esclusione sono seguiti quelli di approfondimento, attraverso indagini e valutazioni specifiche sulle aree risultate non escluse".

POLEMICHE - L'inserimento della Sardegna nella mappa Cnapi ha innescato immediate reazioni politiche, bipartisan.

"Ribadiamo con forza la contrarietà ad accogliere il deposito di scorie nucleari sul nostro territorio regionale", spiega una nota del Pd regionale a firma di Emanuele Cani e Gianfranco Ganau. "Ancora una volta cogliamo l'occasione per ribadire, come già detto in più occasioni e in tutte le sedi politiche ed amministrative - proseguono i due esponenti dem - il principio della Sardegna come regione denuclearizzata".

"Nessuno pensi di decidere al posto dei cittadini", dice il deputato di Forza Italia, Ugo Cappellacci. "Nel caso della Sardegna - prosegue l'esponente azzurro- il popolo ha già deciso e lo ha fatto nella maniera più democratica possibile: nel 2011 da presidente della Regione ho indetto il referendum regionale che ha visto il 97% dei sardi votare contro la pattumiera nucleare. Non esiste gruppo di lavoro, conferenza di servizi o altro capannello che possa sostituirsi ad una votazione. Nessuno - conclude Cappellacci- pensi di sovvertire la volontà di un popolo espressa democraticamente".

(Unioneonline/l.f.)
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