Richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli imputati, 65, che hanno scelto il rito ordinario.

È quanto sollecitato dal pm Marco Cocco nel processo per peculato, truffa, voto di scambio, abuso d'ufficio e turbativa d'asta in corso davanti al gup Nicola Clivio che vede al centro l'Igea, l'azienda regionale per le bonifiche e la gestione delle aree minerarie dismesse nell'Isola.

Tra i principali protagonisti dell'inchiesta condotta dai carabinieri di Iglesias ci sono l'ex amministratore unico dell'ente Giovanni Battista Zurru, il suo autista ed ex sindacalista Marco Tuveri, la dipendente Daniela Tidu (erano finiti in carcere nel dicembre 2014), il consigliere regionale dell'Udc Giorgio Oppi (renderà spontanee dichiarazione nella prossima udienza) e suo nipote Enrico (che deve decidere se ricorrere al rito abbreviato), Antonello Ghiani (ex commissario del Comune di Iglesias), Gian Marco Eltrudis e Francesco Pissard (ex candidati a sindaco a Iglesias e Assemini), Marco Zanda (ex candidato a consigliere).

Quindi alcuni imprenditori e il sindacalista Giampaolo Delrio. Per il suo collega Mario Crò il pm ha chiesto l'archiviazione.

Secondo le accuse, si era in presenza di una presunta rete di rapporti con appoggi elettorali, uso "indebito" dei veicoli aziendali, appropriazione dei beni della società, false presenze in ufficio, certificati per malattie inesistenti, lavori affidati senza appalto per assunzioni mirate a ottenere specifiche preferenze di voto alle consultazioni amministrative. Il 28 maggio parleranno i primi difensori.
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