Con il ripristino delle zone gialle oggi 4 italiani su 5 tornano a riassaporare un po’ di libertà mentre i sardi – unici nel Paese – restano in zona rossa.

Nonostante diversi indicatori, dall’incidenza settimanale all’occupazione di posti letto passando per l’indice Rt, non siano da massime restrizioni.

L’assessore Mario Nieddu ribadisce la sua contrarietà e lancia un appello a Mario Draghi: “I criteri sono inadeguati, vanno modificati quanto prima”.

E sono molti gli esperti a ribadire che chiusure e aperture si basano su dati vecchi rispetto al momento in cui vengono adottare le ordinanze. Una rincorsa al virus che non consente di prendere decisioni tempestive.

Un’altra settimana rossa dunque, con spostamenti ridotti al minimo, negozi chiusi, bar e ristoranti anche. L’ultima ordinanza di Speranza vale 14 giorni, ma i dati del prossimo monitoraggio potrebbero portare ad una revisione già da lunedì prossimo.

"Abbiamo numeri da zona arancione o gialla, ma resteremo chiusi altri sette giorni perché nelle prime due settimane in zona rossa l’Rt è stato 1,29 e solo nella seconda è sceso a 0,97. E il Dpcm prevede che si mantengano per 14 giorni i valori della zona in cui si approda”, aveva spiegato Nieddu, insistendo sulla necessità di cambiare il sistema di zonizzazione basato sul calcolo dell’Rt.

“Chiedo con forza a nome dei sardi una revisione totale e immediata, faccio un appello al presidente del Consiglio e al Governo perché rivedano al più presto questi criteri, lo avevo già chiesto prima della zona bianca e lo ribadisco adesso, porrò ufficialmente la questione nella prossima conferenza Stato-Regioni”, ha ribadito ieri l’assessore.

Dello stesso avviso Antonello Maruotti, ordinario di Statistica all'Università Lumsa di Roma e co-fondatore della rete di ricercatori StatGroup-19: "Credo che la zona rossa sia troppo punitiva per l'Isola, visti i dati. Siete stati condannati per questo indice Rt che, ricordiamolo, si basa comunque su dati passati”. 

ASSALTO AL LUNGOMARE – Intanto ieri è stato preso d’assalto il Poetto, da Cagliari a Quartu migliaia di persone – a piedi, in bici, sui pattini o sullo skate – sul lungomare. Complice la temperatura mite. Piena anche la spiaggia di Calamosca.

Polizia, Carabinieri e Polizia municipale hanno eseguito i controlli di routine, intervenendo solo nei casi più pericolosi per la salute. Comunque, ha prevalso il buon senso e non sono stati registrati particolari episodi di intolleranza. È stato sufficiente un richiamo per ricordare a qualche incauto che siamo ancora in zona rossa.

Il sindaco di Quartu Graziano Milia è un frequentatore abituale del Poetto, soprattutto quella parte che ricade sotto la giurisdizione del suo Comune. "C'era tanta gente, com'è normale in queste giornate di primavera, ma non ho visto particolari situazioni di pericolo o emergenza, almeno nel tratto che va dalla Bussola al Margine Rosso”. Per il primo cittadino il momento è di alta tensione. “La gente è molto stanca e in giornate così belle cerca un po' di svago. Meglio che si incontrino al Poetto che in altre parti, magari al chiuso. Anche gli epidemiologi spiegano che all'aperto, in un'area molto ventilata, con il giusto distanziamento e la mascherina i rischi di contagio sono nettamente più bassi che in un posto al chiuso o ammassati in una via dello shopping”.

Come sono andati i controlli? "I vigili urbani hanno fatto il loro lavoro. Ma niente linea dura. Deve prevalere il buon senso da parte di entrambi. E poi – aggiunge Milia – non è certo pensabile di militarizzare il Poetto. Farlo significherebbe mettere in campo uno spiegamento di Polizia e Carabinieri che non è neanche immaginabile”.

(Unioneonline)

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