Per chi è finito sotto inchiesta sono stati otto anni e otto mesi di calvario, spazzati via dai giudici del Tribunale di Cagliari: «Il fatto non sussiste». La vicenda dell’affitto degli uffici di Sardegna IT si chiude con nove assoluzioni. In aula sono cadute tutte le accuse per l’amministratore unico di Sardegna IT, Marcello Barone, l’imprenditore Sergio Zuncheddu (editore del gruppo L’Unione Sarda), Alessio Cusenza (dell'ufficio di gara di Sardegna IT), Franco Magi (presidente di Sardegna IT), Carlo Ignazio Fantola (vicepresidente del gruppo L'Unione Sarda). Assolti anche Bruno Bacchiddu (vicepresidente dell'ImmobiliarEuropea), Emilio Balletto (componente della commissione di valutazione), Natale Ditel (componente del Cda di Sardegna It) e l'ex assessore comunale Giampaolo Marchi, presidente della commissione aggiudicatrice.

La vicenda

Nella procedura che aveva portato Sardegna IT a scegliere di prendere in affitto i locali di piazza Unione Sarda non c’è stata nessuna turbata libertà degli incanti né abuso d’ufficio. Quella adottata dalla società in house della Regione non era stata una gara pubblica, bensì una ricerca di mercato, conclusasi con la stipula dei contratti d’affitto dopo una comparazione di varie offerte. Lo hanno chiarito, ieri pomeriggio, i giudici della prima sezione penale del Tribunale che hanno assolto, con la formula più ampia possibile, tutti e nove gli imputati coinvolti nell’inchiesta della Procura, nata dopo il trasferimento della società di informatica nel nuovo quartiere di Santa Gilla.

Il fatto non sussiste

A chiusura di un processo durato cinque anni, il collegio presieduto dalla giudice Tiziana Marogna (con a latere Elisabetta Patrito e Luca Melis) ha impiegato appena un quarto d’ora di camera di consiglio per spazzare via le ombre sollevate dalla Procura sulla procedura adottata nel 2012 da Sardegna IT per scegliere i locali da affittare per trasferire gli uffici. Le indagini, il 14 marzo 2014, erano culminate con uno spiegamento di forze della Guardia di Finanza, una sessantina di militari che perquisirono le sedi dell’Unione Sarda e di Sardegna IT, oltre alle abitazioni private di alcuni indagati. Ieri pomeriggio, il pubblico ministero Gaetano Porcu – che nei mesi scorsi aveva chiesto nove condanne tra i 4 mesi e l’anno di reclusione – ha rinnovato nella replica la sua convinzione che si fosse trattato di una “gara”. Un’ipotesi sempre respinta con forza dai difensori, secondo i quali non solo la procedura era stata regolarissima, ma aveva anche ottenuto preventivamente il via libera dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione. Nella sentenza i giudici hanno condiviso la tesi delle difese, assolvendo tutti: «Il fatto non sussiste».

«Non avevamo dubbi»

Nel collegio di difesa Daniele Speranzini, Giuseppe Macciotta e Giovanni Manca, legali di Zuncheddu e Fantola, Massimiliano Ravenna (Barone), Francesco Marongiu (Cusenza), Renato Figari (Magi), Guido Manca Bitti (Balletto e Ditel), Agostinangelo Marras (Bacchiddu) e Roberto Sorcinelli (Marchi). «È un risultato sul quale non avevamo alcun dubbio sin dall’avvio della vicenda», ha commentato l’avvocato Speranzini, dopo la sentenza. «Ci dispiace che gli imputati e i loro familiari siano stati esposti a otto anni di accuse e sospetti, risultati – come sapevamo sin dall’inizio – infondati. Dobbiamo dare atto al Tribunale di aver fatto un encomiabile lavoro di analisi e approfondimento, che ha permesso di riconoscere il comportamento ineccepibile, improntato alla massima serietà, del mio assistito, dei suoi collaboratori e di tutta l’organizzazione societaria e aziendale».

Francesco Pinna

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