"La violenza, questa volta, non avviene per mano di un detenuto ma di un paziente ricoverato nel reparto di psichiatria dell'ospedale Santissima Trinità di Cagliari": a ricostruire l'ennesimo episodio di aggressione ai danni di un agente della polizia penitenziaria è Luca Fais, segretario regionale per la Sardegna del Sappe, il sindacato autonomo.

Il paziente - si legge in una nota - "per ragioni sconosciute, ovvero a causa del proprio stato di salute", ieri sera si è scagliato contro il personale di polizia "che piantonava una detenuta nel medesimo reparto", riuscendo a sferrare un pugno al volto di un agente.

"Due poliziotti, un uomo e una donna, sono riusciti successivamente a immobilizzare l'aggressore senza ulteriori conseguenze, ma l'epilogo poteva essere completamente diverso, nel caso in cui il paziente fosse riuscito a entrare in possesso dell'arma di ordinanza", chiarisce Fais.

"I piantonamenti dei detenuti - continua - non possono avvenire nelle corsie degli ospedali, alla presenza dei comuni cittadini, intaccando da un lato la serenità del malato e dall'altro mettendo a rischio la sicurezza di tutti gli operatori"; per questo da tempo il Sappe chiede che vengano predisposte delle camere di sicurezza negli ospedali delle città in cui si trovano i principali penitenziari sardi.

Anche il segretario generale del sindacato, Donato Capece, denuncia il ripetersi di eventi critici: "Servono non meno di 8.000 nuovi agenti di Polizia penitenziaria per le esigenze delle carceri ma il governo ne ha autorizzato l'assunzione solamente di 305. E queste sono le conseguenze. Coloro che hanno la responsabilità di guidare l'Amministrazione penitenziaria si dovrebbe dimettere dopo tutti questi fallimenti".

(Redazione Online/s.s.)

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