I cagliaritani ci sono abituati, per quanto siano comprensibilmente infastiditi. Il fatto è che più passa il tempo e più i banchi di posidonia che si depositano al Poetto, in particolare alla “sesta” fermata trascinano a riva sempre maggiori quantità di plastica, che nei giorni scorsi hanno ferito alcuni bagnanti. Le parti più grandi si possono raccogliere facilmente. Il problema riguarda i frammenti più piccoli, che possono finire nel ciclo biologico e nel ciclo dei sedimenti, così come nei pesci che mangiamo.

L’esperto

Giovanni Battista De Giudici, docente di Mineralogia e Petrografia all’università di Cagliari, conosce il problema: «Oggi purtroppo è normale che quando arriva la posidonia trascini con sé plastica in quantità più o meno elevata», spiega. «Il fatto è che spesso finisce dentro la posidonia e nei microrganismi che vengono ingeriti dai pesci. Insomma, la plastica entra nel ciclo biologico e nel ciclo dei sedimenti. E siccome la plastica ha una vita lunghissima in mare, occorre proseguire l’importante opera di sensibilizzazione che negli ultimi anni ha portato risultati importanti».

Gli imprenditori

Per i gestori di chioschi e stabilimenti balneari, le alghe rappresentano un danno economico perché più ce ne sono più i clienti si allontanano. Gianni Pilato, gestore dello stabilimento “La sesta”, è preoccupato: «Non ricordo una tale concentrazione di rifiuti di materiale plastico negli ultimi anni. Visto che siamo all’inizio della stagione, e il numero dei turisti, anche grazie al ritorno delle crociere, ci fa ben sperare», dice. «Sarebbe positivo organizzare più frequentemente iniziative per pulire la spiaggia, anche se i rifiuti in acqua sono molto più complessi da trattare».

Il disagio

Per le imprese è un lavoro in più: «I rifiuti sono da districare dalla posidonia, una pianta marina protetta che non va danneggiata e che si può rimuovere solo attenendosi alle limitazioni previste per la sua tutela», aggiunge Pilato. «Anche se talvolta non è amata dai bagnanti, questa pianta presenta caratteristiche che la rendono preziosa per l’ecosistema».

«Lunedì è stato il giorno in cui abbiamo trovato più rifiuti», racconta Mauro Pitzalis, bagnino: «Un po’ come se fosse stato rovesciato in mare il contenuto di buste di immondezza con rifiuti come piatti e bicchieri di plastica. Di certo si trattava di rifiuti che erano già presenti nella battigia nelle settimane scorse e che poi il mare ha riportato in acqua». E chi si trova al Poetto, come Aurore Legendre, turista francese, non può che dolersene: «È davvero un peccato trovare della plastica sulla riva di una spiaggia così bella».

La posidonia è una pianta marina, fonte di cibo e protezione per migliaia di specie animali che in queste acque vivono e si riproducono. Hanno anche la funzione di assorbire anidride carbonica ed emettere ossigeno come tutte le piante e di proteggere le spiagge dall’erosione. Ma ai bagnanti non piacerà mai.

(f. ma.), (lu. mi.)

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