L'attesa nella sala arrivi dell'aeroporto è lunghissima. Chi stringe nervosamente le mani, chi scarica la tensione passeggiando. Chi trattiene a fatica le lacrime e chi alla fine non ci riesce.

Genitori, fratelli, sorelle, amici: tutti a Elmas per accogliere chi rientra da Barcellona dopo l'attacco terroristico. Il volo Vueling da El Prat ha oltre due ore e mezzo di ritardo.

Alle 14.50, finalmente, il display indica che l'aereo è atterrato.

Quando i primi passeggeri si affacciano nel salone qualcuno si abbandona a un pianto liberatorio, altri applaudono. E poi abbracci, lunghissimi. Poi, però, è solo festa. "Siamo salvi", dice Nicola Secci, 27 anni, di Cagliari, prima di abbandonarsi tra le braccia di papà Marcello e mamma Stefania. Con la moglie, Federica Pintus, 21 anni, appena sposata, e il loro figlio Matteo, di soli 7 mesi, erano volati a Barcellona il 14 agosto per la luna di miele. "Rientravamo da una visita allo zoo, il nostro hotel era proprio davanti al luogo dell'attentato, ma ci siamo trattenuti un po' più del previsto. Se non avessimo trascorso quel quarto d'ora ulteriore allo zoo, ci saremmo trovati sulle ramblas proprio mentre il furgone falciava la folla".

"NON CAPIVAMO" - Il racconto si interrompe, fatica e stanchezza pesano. "All'uscita dallo zoo, un taxi ci ha lasciato dove si era appena scatenato l'inferno", continuano Federica e Nicola: "Una folla terrorizzata ci correva incontro. Piangevano, scappavano ma non riuscivamo a capire da cosa. Una scena da film. Risalendo la rambla per raggiungere l'albergo, abbiamo iniziato a vedere persone ferite, ed era sempre più forte il suono delle sirene. Un caos indescrivibile. D'istinto siamo entrati nel primo hotel che abbiamo visto e lì abbiamo trovato riparo fino al mattino dopo. Abbiamo avuto paura, moltissima paura. Ma per fortuna siamo tornati tutti a casa, sani e salvi".

Federica e Nicola portano negli occhi i segni di chi non dormito e sul volto una consapevolezza: "Siamo miracolati. Ma che dolore per gli altri".

I due sposini hanno ritrovato i loro cari in anticipo, il loro rientro era programmato per domenica. "È finita bene", dice mamma Stefania. "Questa esperienza ci fa capire ancora di più l'importanza della famiglia", aggiunge papà Marcello.

IN PARTENZA - Oltre a quelli che rientrano, a Elmas ci sono anche coloro che avevano programmato proprio per ieri la partenza per Barcellona e hanno deciso di non rinunciare al viaggio. "Perché dovremmo?", domanda Andrea Corona, 33 anni, di Cagliari. "Dopo l'attentato di giovedì non ho pensato neppure per un momento di annullare il viaggio". "Andiamo a Barcellona perché diversamente faremmo il gioco del terrorismo", gli fa eco Renzo Sias, 37 anni, anche lui di Cagliari.

© Riproduzione riservata