Il Covid-19 aveva colpito anche lei: prima i video postati sui social in cui mostrava il suo stato di salute che, ora dopo ora, si stava aggravando. Poi l'arrivo dell'ambulanza, il 22 marzo e la corsa in ospedale: prima al Policlinico di Monserrato, poi al Binaghi e, infine al Santissima Trinità dove ha trascorso la maggior parte del tempo.

Giovedì, Milena Masala, la "mamma" dei tifosi rossoblù, dopo 88 giorni di ricovero, di cui 27 in terapia intensiva è tornata a casa: «La strada è ancora lunga, ma sono pronta a continuare a lottare», ripete agli amici che si presentano davanti al grande cancello di via Bacaredda per un saluto veloce.

«Miracolata»

«Credo nel destino, mi hanno presa per i capelli, ma penso di essere stato miracolata: tutti hanno pregato per me e ha funzionato», racconta Milena Masala con un filo di voce, circondata dai colori della sua squadra del cuore, che fin da bambina, da quando il papà l'ha portata per la prima volta allo stadio, ha imparato ad amare diventando la tifosa numero uno.

«Mi hanno scritto in tanti, dagli amici più stretti a persone che ho conosciuto solo sui social attraverso le mie dirette sul Cagliari: tutti stavano pregando per me, ho davvero ricevuto tanto affetto e tanta forza».

Gli amici col fiato sospeso

La notizia del suo stato di salute ha fatto subito il giro del mondo: da Cagliari a Sassari, dalla Germania all'Argentina, passando per vari paesi e città dello Stivale, si è creata una rete di preghiera per "super Mile", come la chiamano in città. Sulle sue pagine social le chiedevano di non mollare, perfino i suoi beniamini rossoblù sono scesi in campo per supportarla attraverso un messaggio d'incoraggiamento. «Finché ero vigile ho letto tutti i messaggi, ma ora mi sono resa conto che ne ho ancora tanti, mi hanno dato tutti una grande carica».

Poi il buio, la broncopolmonite stava danneggiando entrambi i polmoni, la respirazione era sempre più compromessa: per i medici bisognava intubarla.

Il coma

«Ho deciso in soli 10 minuti. Ho scritto di getto su un pezzo di carta una lettera che sembra un testamento, poi ho chiamato mio marito Marco, ai miei figli ho fatto un video, non avevo il coraggio di dirglielo al telefono. Mi sono addormentata dicendo a me stessa "voglio tornare a casa". Durante il coma ho avuto brutti incubi, sembrava li stessi vivendo e ho avuto tanta paura, mi sono anche autoconvinta che stessero succedendo, pensavo che mio marito fosse morto e quando mi hanno risvegliata non volevo chiamare a casa».

Una vita contraddistinta da lotte, sofferenze e tanti sacrifici quella di Milena Masala che, però, non si è mai arresa e ha sempre messo le esigenze degli altri davanti alle sue. Disponibile e altruista, la porta della sua casa è sempre aperta a tutti.

Pronta a tornare in campo

«Questa è stata la prova più grande che Dio mi ha dato, mi sento miracolata, ma mi sono sentita anche molto amata dalle persone che stavano pregando fuori per me, dai medici a tutto il personale che lavora in ospedale: ho avuto una grande squadra alle mie spalle. Vorrò ringraziare tutti, uno a uno, mi hanno salvata, curata e accudita». Dei capelli rossoblù oggi resta solo la sfumatura, ma nonostante il suo percorso sia ancora lungo, Milena Masala è pronta a tornare in prima fila per sostenere la sua squadra. «Per vedere se reagivo mi hanno detto che il Cagliari era in serie B, ho fatto una scenata pazzesca! Tingerò nuovamente di rosso e di blu i capelli, ma non vedo l'ora di tornare allo stadio: il Cagliari ha bisogno del mio tifo».

Francesca Melis

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