È accettabile che per fare una visita oncologica entro un periodo (relativamente) breve un residente della Città metropolitana di Cagliari venga spedito all’ospedale di Tempio? Oppure che l’appuntamento per una colonscopia venga fissato 8 mesi e mezzo dopo?

“Abbiamo segnalazioni di ogni genere, tutti i giorni, da ogni parte dell’Isola”, sottolinea Daniele Cocco, consigliere regionale di LeU e vicepresidente della commissione Sanità, “il problema delle liste d’attesa è drammatico, l’emergenza è così pressante che tutta l’Assemblea dovrebbe lavorare su questa partita e proporre soluzioni. Negli ultimi anni non ho visto progetti concreti che abbiamo realmente contribuito ad accorciare i tempi".

Tra le varie soluzioni possibili, Cocco chiede in primis “che le risorse pubbliche (20 milioni di euro) che vanno al Mater Olbia siano destinate esclusivamente all’abbattimento delle liste d’attesa”. E poi “incentivi per il personale che oggi lavora con gli stipendi più bassi d’Italia, consentire di operare oltre l’orario di lavoro, far marciare a pieno ritmo i macchinari di ultima generazione che attualmente sono sottoutilizzati”. 

Il quadro

Dai dati dei report del Cup Web le criticità più macroscopiche sono le visite di cardiologia nelle Assl di Sassari e Carbonia; chirurgia vascolare a Nuoro, Lanusei e Oristano; visite endocrinologiche a Sassari, Olbia, Lanusei, e Cagliari; gastroenterologiche a Olbia, Lanusei, Oristano e Sanluri; pneumologiche a Lanusei e Olbia; otorinolaringoiatriche a Sanluri e Carbonia: urologiche a Sassari, Olbia, Oristano e Sanluri.

Riguardo le prestazioni strumentali, i problemi più pressanti sono per le Rmn e le Tac a Sanluri, Carbonia, Sassari, Cagliari e Oristano; ecodoppler a Oristano, Carbonia, Sassari e Lanusei; elettromiografie a Sassari; mammografie a Carbonia; colonscopie dappertutto.

L’assessore

Mario Nieddu, assessore regionale alla Sanità, spiega che "le difficoltà esistono, certo, da molto prima che arrivasse questa Giunta, e adesso con la pandemia si sono ovviamente acuite. Ricordo che l’accesso alle strutture è stato bloccato per quasi un anno, che il personale si è assottigliato, che tra sanificazione, triage eccetera, i tempi di ogni visita si sono allungati e tutti questi fattori hanno contribuito a peggiorare le cose”.

Rivendica: “Io ho avviato un grande progetto da 21 milioni di euro per l'abbattimento, dando la possibilità ai professionisti di lavorare oltre l’orario di servizio, purtroppo questi fondi sono stati spesi solo in minima parte. Ma il piano, destinato al settore pubblico, è ancora in essere, chi vuole può aderire. Ancora: ci sono altri 13 milioni tutti per il privato convenzionato, una misura straordinaria una tantum per quest’anno, che sta dando già risultati per il recupero degli arretrati. Inoltre, abbiamo rifinanziato tutto il monte ore di coloro che sono andati in pensione, e anche questo contribuirà ad abbattere le liste d’attesa”.

(Unioneonline)

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