Nelle aziende sanitarie, ospedaliere e miste della Sardegna ci sono "carenze di coordinamento complessivo" e "inadeguata misurazione dei processi produttivi all'interno di ciascuna Azienda".

Lo sostiene la Sezione regionale di controllo della Corte dei conti (presidente facente funzioni e relatore Maria Paola Marcia). Si tratta di elementi che "potrebbero vanificare gli ingenti impegni finanziari già assunti per incentivare le prestazioni aggiuntive" per l'abbattimento dei tempi delle liste di attesa.

IL REPORT - La relazione conclusiva dell'indagine della Corte ha preso in esame 43 prestazioni ambulatoriali (14 visite specialistiche e 29 di diagnostica strumentale) monitorate con l'obiettivo di garantire al 90% degli utenti l'erogazione delle prestazioni nei tempi definiti secondo le classi di priorità (U (urgente) - da eseguire entro 72 ore; B (breve) - da eseguire entro 10 giorni; D (differibile) - da eseguire entro 30 giorni per le visite e entro 60 giorni per gli accertamenti diagnostici; P (programmata) - da eseguirsi entro 180 giorni per accertamenti diagnostici, fino al 31/12/2019.

"I 'tempi medi', classificati per 43 prestazioni e per semestre, esposti nel monitoraggio regionale per alcune visite specialistiche inducono seri motivi di perplessità per il mancato collegamento con le classi di priorità e per il numero di giorni necessario per ottenere le prestazioni specialistiche - sottolinea la magistratura contabile - e con riguardo ai tempi medi d'attesa (in giorni) in relazione alle diverse classi di priorità si registrano esiti piuttosto diversificati tra le Aziende".

TROPPI SPOSTAMENTI - La Sezione inoltre segnala alla Regione che la "critica condizione organizzativa determina sempre più frequentemente la distribuzione della richiesta di prestazioni in aree territoriali differenti da quelle di residenza dei pazienti - si legge nella relazione finale della Corte - La penalizzazione che ne discende in termini di costi economici ed umani a carico del paziente, non trova, allo stato, alcuna compensazione, poiché detti costi non sono ricompresi nei LEA (livelli essenziali di assistenza)".

I NUMERI - Secondo quanto emerge dal monitoraggio istruttorio della Corte dei Conti, sulla base delle informazioni fornite delle Aziende, "il volume delle prenotazioni presso tutte le Aziende del SSR (comprese le strutture private accreditate) nel 2019 è pari a 1.457.898, distribuite nelle diverse classi di priorità" e " le visite/prestazioni effettivamente eseguite nelle Aziende (comprese le strutture private accreditate) sono pari a 939.387, distribuite nelle diverse classi di priorità (il 64.43% sul totale di richieste/prenotazioni di prestazione)".

LE DISDETTE - Sono, invece, 518.511 le prenotazioni "che non sono andate a buon fine, cioè non sono state eseguite per disdette, rinunce tacite (drop out) o annullamento o sospensione da parte delle strutture Aziendali (il 35,57% delle richieste). Con riguardo al comportamento tenuto dai pazienti è interessante osservare che le disdette superano di gran lunga le rinunce tacite - precisano i giudici contabili - la percentuale più elevata di prestazioni non eseguite si registra in ATS". Infine viene specificato che "tra i volumi di attività indicati da ATS si ricomprendono le prestazioni prenotate presso le strutture private accreditate (298.457 pari al 22% del totale di ATS) e dalle stesse erogate (134.479)".

(Unioneonline/D)
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