L’inferno nei Pronto soccorso: «Questa sanità non è da Paese civile»
Con il Brotzu aperto solo per i ricoverati sino a ieri sera, al Policlinico e al Santissima Trinità è stata un’altra giornata campaleIl martedì da dimenticare è fatto di tredici barelle che al Policlinico di Monserrato sono allineate nella sala triage, lì dove un infermiere decide la gravità del paziente. Il martedì da dimenticare vale al Santissima Trinità un «paziente ignorato», s’indigna chi è in fila, un uomo senza fissa dimora portato in ospedale dalla Caritas di mattina e alle sette di sera ancora sulla sedia, in sala d’attesa. Da solo. «Questa non è dignità. Questa non è una sanità da Paese civile».
A Cagliari l’assistenza ospedaliera ha attraversato l’inferno, per un’altra volta ancora, da quando sabato sera il Brotzu è stato spento da un black-out. Ospedale chiuso ai nuovi pazienti. Fermate anche le sale operatorie. Così sino a ieri sera alle 21, quando da via Peretti hanno comunicato la «riapertura». Ma «graduale», è stata la precisione.
Con il Brotzu a mezzo servizio, sabato è stato bloccato pure l’accesso ai due Pronto soccorso. Uno per adulti, l’altro per i bambini. Tutte le emergenze hanno preso la strada del Policlinico e del Santissima Trinità. «Noi ci siamo dalle 9 – dice un uomo fuori dal Pronto soccorso -. Arriviamo da Capoterra. Dentro c’è mia moglie. So che le hanno fatto i prelievi. Ma passate otto ore ancora non la vedo». La fila di ambulanze si allunga dall’ingresso delle emergenze sino all’area di sosta, al lato della struttura. «Noi abbiamo chiamato il 118 alle 11. Ci hanno detto che su Cagliari non erano disponibili mezzi di soccorso. Abbiamo dovuto aspettare un’ora. La paziente è mia madre: ha 89 anni, è in sofferenza cardiaca». Al telefono, un uomo racconta alla moglie di «bagni senza acqua e sporchissimi», riferisce lei mentre parla fuori dal Pronto soccorso. I parenti sono tutti vicino all’ingresso, quando un signore si fa largo. Dietro di lui un paziente che ha le mani sulla gola: «Fatelo passare, non riesce a respirare». La guardia giurata interviene e dà l’ordine di «suonare il campanello».
Alle sette di sera, al Santissima Trinità c’è chi è arrivato proprio dal Policlinico. «Accompagniamo un’amica con una frattura scomposta – spiegano due donne sedute su un muretto nel cortile -. A Monserrato ci hanno detto di venire qua perché erano pieni». Fuori, ancora ambulanze che entrano ed escono. All’ora di pranzo c’è stato il picco. E i ritardi a cascata sono anche nello sguardo stanco di un signore che aspetta la moglie: «È entrata alle 14,30, so solo che le hanno fatto i prelievi».
Quella di oggi sarà la giornata degli ordini di servizio. Al Brotzu la direzione sanitaria dovrà dire ai medici come organizzare la chirurgia di elezione, ovvero gli interventi che erano programmati ma sono stati sospesi da sabato, vista l’instabilità elettrica generata dai black-out. Si tratterà poi di capire, per le stesse ragioni di sicurezza, quanti pazienti potrà sostenere il Brotzu nella ripresa dell’attività. I vertici di via Peretti hanno concordato con la Regione una ripartenza lenta, senza sovraccarico di pazienti, proprio per gestire al meglio l’eventuale rischio di un nuovo black-out.