La sanità sarda arranca: pochi ospedali di qualità, tempi lunghi per le cure
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Le pagelle dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali descrivono una Sardegna con pochi ospedali di qualità e troppe strutture sotto la media italiana. Il report dell’Agenas, diretta fino al 2014 dall’attuale plenipotenziario della Asl unica Fulvio Moirano, restituisce un’Isola spesso in ritardo sugli standard indicati dal Ministero, nonostante un lieve miglioramento rispetto alle statistiche degli anni scorsi.
Tempi lunghi La ricerca evidenzia tempi lunghi per portare a termine alcuni interventi e per arrivare alle dimissioni dei pazienti: fattori che contribuiscono a far lievitare la spesa sanitaria oltre i 3 miliardi di euro. Nelle Asl dell’Isola serve un’attesa media di 5,5 giorni per un intervento di riduzione della frattura del collo del femore. In un ospedale ideale si dovrebbe arrivare all’operazione entro due giorni e secondo i canoni qualitativi del ministero della Salute dovrebbe rispettare questo termine almeno nel 60 per cento dei casi. La Sardegna arriva a malapena al 45 per cento. E il fatto che la media italiana (55 per cento) sia comunque sotto gli standard indicati dal governo è una magra consolazione. Se si guarda il risultato delle singole aziende, l’attesa è più lunga a Nuoro (8 giorni), mentre Oristano (3 giorni) è più vicina ai dettami ministeriali. In mezzo Lanusei (7), Cagliari e Sanluri (6), Olbia e Carbonia (5), Sassari (4).
Parti cesarei Anche le proporzioni dei tagli cesarei sono fuori dai rigidi steccati imposti dal Ministero. In teoria gli interventi non dovrebbero superare il 25 per cento dei parti totali. La media sarda è del 35 per cento, ma in questo caso la Sardegna è in compagnia di quasi tutte (Basilicata a parte) regioni del sud.
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