"La nuova ordinanza della Regione Sardegna, che richiede ai viaggiatori in arrivo un certificato di negatività a un test Covid o, in mancanza di questo, di accettare di essere testati nell'Isola, fa leva anche sulla responsabilità personale, prevede delle esenzioni e confidiamo che non venga impugnata".

Questo il commento di Stefano Vella, consulente regione Sardegna per l'emergenza Covid-19 e professore di Salute globale all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, in merito alle polemiche sul nuovo provvedimento adottato da Villa Devoto.

"Un provvedimento - spiega Vella - di sanità pubblica in un contesto di emergenza sanitaria e di risalita dei contagi. Non pretende di trovare tutti i casi di coronavirus, ma di abbattere buona parte dei rischi".

A differenza dell'ordinanza appontata prima dell'estate, prosegue il professrore, "questa è meno impositiva della precedente, non fa leva solo sull'obbligo ma anche su un discorso di responsabilità personale. L'evidenza scientifica mostra come effettuare più test e tamponi possibile, anche agli asintomatici, sia fondamentale per bloccare la diffusione del Sars-Cov-2. E abbiamo anche visto l'Effetto Estate sui contagi in Sardegna".

"Per questo - continua Vella - abbiamo cercato di fare un'ordinanza più flessibile della precedente, in cui ci sono esenzioni per motivi di lavoro, ad esempio nel caso di chi si rechi per meno di tre giorni fuori dall'isola per poi tornarvi".

Rispetto al periodo pre-estivo, sottolinea il consulente della Regione - "non c'erano i test e tamponi sufficienti. Ora, invece, abbiamo molte più possibilità in più di testare, non tutte hanno lo stesso grado di certezza della risposta ma forniscono comunque un'importante scrematura dei contagi. Per facilitare la situazione - conclude Vella - abbiamo pertanto ampliato le tipologie di test utilizzabili, includendo anche quelli antigenici e quelli sierologici effettuati presso centri privati con un rimborso del costo".

(Unioneonline/l.f.)
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