Non si sentono, non si vendono. Ma ci sono e possono far male. Sono le polveri sottili Pm10 e Pm2.5 liberate in atmosfera da impianti di riscaldamento, industrie, dagli scarichi delle auto. E sono tra le cause scatenanti delle malattie cardiocircolatorie.

"Un fenomeno in sensibile aumento", ha detto Luigi Lai, responsabile della Cardiologia dell'ospedale Marino ed esponente del Comitato scientifico di Legambiente.

I numeri allarmano. Pm2.5 è responsabile di settantamila decessi l'anno in Italia e 250mila in Europa. Cagliari non è immune all'inquinamento atmosferico e alle criticità legate alla presenza delle microscopiche particelle che in questi anni (in particolare nel 2014) avevano superato più volte i limiti massimi imposti dalla legge.

Quest'anno la città e il suo hinterland hanno potuto contare su un alleato efficiente: le piogge. Proprio le abbondanti precipitazioni, triple rispetto all'anno scorso - ammettono all'Agenzia regionale per l'Ambiente - hanno inciso parecchio sulla qualità dell'aria.

Temporali preziosi, insomma, almeno per l'eliminazione delle polveri sottili.

"L'organizzazione mondiale della sanità considera per il Pm10 i 50 microgrammi per metro cubo come limite giornaliero da non superare, mentre su base annuale si indicano venti microgrammi per metro cubo. Per il pm2.5 l'Oms propone il valore di soglia annuale di 10 microgrammi per metro cubo contro i 25 indicati dalla normativa europea", spiega Vincenzo Tiana, responsabile scientifico di Legambiente.

"La verità è che in natura non esiste alcuna soglia che possa metterti in sicurezza. Se io abbasso di dieci microgrammi la soglia, l'effetto sanitario è identico, lo dimostrano i casi di mortalità. Che va ricordato sono il picco di un fenomeno che comporta malattie, terapie, ricoveri, assenze prolungate dal posto di lavoro. Anche da un punto di vista prettamente economico sarebbe ben più importante investire sulla prevenzione e la sicurezza", dice Luigi Lai.

Sul banco degli imputati sale soprattutto il Pm2.5, che tutti gli studi internazionali qualificano come il più pericoloso per la salute.

"La norma - spiega Tiana - indica in maniera irragionevole solo la media annua da non superare, che poi potrà essere stimata solo ad anno trascorso".

Rispetto al 2014, anno terribile per l'inquinamento da Pm10, l'Arpas - per voce del direttore generale, Alessandro Sanna - "parla di una situazione decisamente migliorata". Lo conferma il direttore del Dipartimento di Cagliari e Medio Campidano, Massimo Secci, responsabile della rete di rilevamento. "Le piogge eccezionali hanno sicuramente aiutato a ripulire l'aria dalle polveri sottili, che restano comunque le maggiori criticità per Cagliari. Lo sono in particolare le Pm10".
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